Mimmo D'Alessandro

Il questionario (musicale) di Proust: #7 Mimmo D’Alessandro

A Marcel Proust è attribuito uno dei più celebri questionari di intrattenimento sociale della storia. Qui a Money, it’s a gas! lo abbiamo riarrangiato a uso dei protagonisti del mondo della musica e del music business. Dalla discografia ci spostiamo al mondo dei concerti con Mimmo D’Alessandro, patron della storica agenzia di promoting D’Alessandro & Galli, specializzata in mostri sacri della storia del rock. Campano di origine, in Toscana ha trovato la propria consacrazione prima alla leggendaria Bussola, poi con il Lucca Summer Festival e adesso anche con La Prima Estate, nuovo format dell’estate musicale in programma al Pasco Bussoladomani di Lido di Camariore.

 

Che ascoltatore di musica sei?
Un ascoltatore istintivo, direi. Mi piace lasciarmi guidare dalle emozioni che mi trasmette un brano più che fare attenzione alla produzione o ad altri aspetti più tecnici.

Qual è il disco che ti ha cambiato la vita?
Direi «Tutu» di Miles Davis. Quando uscì quel disco, nel 1986, stavo collaborando su diversi progetti con Miles e quello rimane uno degli incontri più straordinari della mia carriera, conservo come un tesoro ogni momento trascorso con lui. Tra l’altro quel disco è stato prodotto da Marcus Miller con cui nel tempo sono diventato buon amico, a ogni cena insieme mi faccio raccontare qualche aneddoto dei suoi giorni in studio con Miles.

Qual è il libro che sta sul tuo comodino?
«Così parlò Bellavista» di Luciano De Crescenzo. Un vero trattato di filosofia napoletana.

Se potessi tornare a un concerto che per te è stato importante, quale sceglieresti?
Forse sceglierei quello di David Gilmour a Pompei per rivivere le emozioni di quelle serate. Emozioni che derivavano non solo dall’enorme bellezza di quel concerto ma anche dalla consapevolezza di tutto il lavoro che avevamo fatto per più di due anni per raggiungere quell’obiettivo straordinario: riportare la musica dei Pink Floyd a Pompei dopo più di 40 anni.

Come sei finito a fare quel che fai?
Seguendo la mia passione per la musica e incontrando un maestro come Sergio Bernardini. Gli anni passati a lavorare assieme a lui alla Bussola, in Versilia, sono stati la mia palestra

In un’altra vita che lavoro avresti fatto?
In un modo o nell’altro credo sarei finito comunque a fare questo.

Qual è il progetto a cui hai lavorato di cui vai più orgoglioso?
Senza dubbio i Rolling Stones al Lucca Summer Festival, nel 2017. Non solo per l’impresa di portare la più grande rock band della storia a esibirsi in una città di provincia, ma anche perché quella serata certificava l’ingresso di Lucca Summer Festival, che ho fondato nel 1998, tra i più importanti festival europei.

Qual è, invece, l’errore che non ripeteresti?
Ogni errore mi ha insegnato tanto, quindi li ripeterei tutti perché mi hanno fatto diventare quello che sono.

Qual è il tuo rimpianto più grande?
Non essere riuscito a salvare il tendone di Bussoladomani a Lido di Camaiore dalla sua chiusura nel 1989. Un rimpianto che cercheremo di colmare con La Prima Estate, il nuovo festival che lanceremo quest’anno proprio nello spazio dove sorgeva quel mitico tendone.

Puoi riportare in vita un grande della musica di ieri per lavorarci. Chi scegli?
Ray Charles, l’artista che più mi ha emozionato nelle sue performance dal vivo. Indimenticabile il suo concerto a Lucca Summer Festival quando duettò con Giorgia su «Georgia on my Mind».

Talento, lavoro di team su un progetto, fortuna: cosa conta di più per sfondare nella musica?
La fortuna e il talento aiutano, ma alla fine anche in questo mondo è il lavoro che fa la differenza. Costruirsi un team di persone che condividono la tua stessa visione è un altro aspetto fondamentale.

Definisci gli artisti.
Indispensabili.

Definisci i discografici.
Spenti.

Definisci i promoter.
Sognatori.

Come ti immagini il futuro del lavoro che fai?
Temo che in un futuro non lontano la passione per la musica non sarà il primo motore di chi fa questo mestiere e che si seguirà solo la logica dei numeri. In ogni caso, forza Napoli!

 

Al questionario (musicale) di Proust hanno risposto anche:
Marco Alboni
Claudio Ferrante
Stefano Lionetti
Alessandro Massara
Enzo Mazza
Andrea Rosi
Federica Tremolada
Franco Zanetti