Tanica lascia Elio e le Storie Tese: «Sarò il Syd Barrett (vivo) del gruppo». E sul caso Siae la band annuncia: «Chiederemo consiglio a Fedez»

Frusciante, non sei nessuno. Rocco Tanica è uscito dal gruppo. Anzi, no: meglio essere più precisi. Meglio affidarsi direttamente alle parole del «pianolista» prestato alle rassegne stampa più surreali della Tv italiana, alla voce maschile dell’immortale «Cara ti amo», all’alter ego di «Shpalman», supereroe coprologo col phon a portata di mano: «Non lascio Elio e le Storie Tese. Lascio l’attività live di Elio e le Storie Tese. Resterò per il lavoro in studio, per la scrittura e per la sala prove, ma il fatto è che dopo 35 anni intensissimi mi sono accorto di non avere più il fisico per fare certe cose. Del tipo: la sera mi viene sonno alle 9». E la cosa «si coniuga male con il rock and roll», interviene Elio seduto accanto a lui.

La rivelazione arriva dai camerini di un Mediolanum Forum di Assago completamente sold out dove, ieri sera, la band milanese che ha spiegato all’Italia che cos’è il rock demenziale ha aperto il «Piccoli Energumeni Tour», giro musicale d’Italia in sette date (almeno per ora) che fa seguito all’uscita dell’album «Figgatta de Blanc». Un tour diverso da quelli che finora gli Elii hanno fatto. E perché per la prima volta in carriera hanno ceduto alla moda degli spettacoli con «fumi e raggi laser» (ma a modo loro: «La scenografia che vedete – spiega Elio – è tutta di seconda mano. Siamo sui costi»), e perché sul palco ripercorrono l’intera loro carriera in 29 brani per la bellezza di tre ore di concerto («Come solo Bruce Springsteen e i Pooh prima di noi»), e perché è una specie di «farwell tour» per Rocco Tanica, probabilmente il membro più popolare della band al netto del band leader. Tanica – o, se preferite, Sergio Antibiotice, perché adesso si fa chiamare così – suonerà nelle prossime cinque date come special guest della band in formazione allargata, con il maestro Vittorio Cosma alle tastiere e Paola Folli voce femminile. Poi basta. «Una decisione sofferta e a lungo meditata», spiega Tanica. «Ci ha messo solo quei 15 anni per prenderla», sottolinea Elio. Una scelta che era nell’aria e qualcuno aveva addirittura equivocato, con le voci che circolavano su un presunto scioglimento del gruppo, ancora una volta smentite. «Diciamo che ha fatto come Brian Johnson con gli AC/DC», scherza Faso. «Anzi», replica pronto Rocco, «potremmo dire che sono il Syd Barrett vivo di Elio e le Storie Tese». Oppure «lo Stefano D’Orazio del gruppo», gli fa il verso Elio. Il protagonista indiscusso della serata – che ha visto sul palco un elegantissimo Diego Abatantuono nei panni del «matusa» di «Supergiovane» ed Eugenio Finardi («ultimo esemplare di cantante milanese») a cantare «A piazza San Giovanni» – è stato lui, osannato dai fan quando si è trattato di eseguire al vocoder «She wants» o la stessa «Shpalman». Adesso Rocco non ce la fa più a tenere il ritmo, ma quanto ha pesato sulla scelta l’intensificarsi dei suoi impegni televisivi? «C’è da dire – risponde – che mi diverto molto a fare televisione. Una passione che tutti noi abbiamo scoperto quando abbiamo collaborato con Serena Dandini per “Parla con me”. Un impegno che si concilia meglio con quello che adesso è il mio stile di vita». Erano addirittura 20 anni che gli Elii non si esibivano al Forum. «Non per un motivo particolare», spiega il cantante. «Molto semplicemente è accaduto che questi 20 anni subito sono passati e noi neanche ce ne siamo accorti. Poi è venuto Ferdinando Salzano di F&P Group e ci ha proposto di tornare. Avete presente quei gruppi che fanno il sold out in quindici minuti? Noi ci abbiamo messo 18 anni per mandare tutto esaurito il Forum». Ma cosa pensano le Storie Tese della notizia musicale del giorno, del due volte collega di Elio (nel senso di cantante e nel senso di giudice di X Factor) Fedez che ha lasciato clamorosamente la Siae per affidare la riscossione dei diritti d’autore delle proprie opere a Soundreef? I quattro membri storici del gruppo si consultano. Parla per primo Cesareo, «a titolo personale», ci tiene a specificare: «Se avessi fatto i soldi che ha fatto Fedez, mi sarei guardato anch’io attorno con attenzione per tutelare i miei interessi». Elio è curioso: «Fedez è un ragazzo sveglio, davvero molto intelligente. Noi non seguiamo questi temi con la stessa attenzione, ma ho ragione di credere che se si è mosso così sa il fatto suo. Facciamo così: lo chiamo, mi faccio spiegare bene come funziona questo nuovo sistema di raccolta dei diritti d’autore e, nel caso, ci muoviamo anche noi». Piccoli energumeni guadagnati alla causa del collecting alternativo?