Diritto d’autore, Fedez diventa l’icona della liberalizzazione: lascia Siae e passa a Soundreef

Mentre in Parlamento è in discussione la riforma della Società Italiana Autori ed Editori e nella società civile impazza il dibattito sull’opportunità di liberalizzare il collecting, qualcuno si porta avanti con il lavoro. Qualcuno molto sveglio e influente: Fedez (nella foto in alto scattata da Francesco Della Calce ritratto nei murales di Napoli Ovest) lascia la Siae e per la raccolta dei suoi diritti d’autore si affida a Soundreef, società specializzata nella gestione dei diritti musicali che lo scorso 18 marzo è stata riconosciuta ufficialmente in Inghilterra per effettuare la raccolta dei diritti di autore. L’accordo è stato firmato a Milano tra lo stesso rapper e l’amministratore delegato di Soundreef, Davide D’Atri. Fedez, in testa alla classifica 2015 dei concerti con più biglietti venduti e in procinto di pubblicare il 6 maggio il singolo «Vorrei ma non posto» in partnership con J-Ax, ha incaricato la ormai ex start up di riscuotere i suoi proventi musicali. «Ho scoperto Soundreef – racconta il rapper e giudice di X Factor – perché sono appassionato di start up e in più si occupa di un contenuto che mi riguarda direttamente. Ho scelto di affidarmi a loro per la raccolta dei miei diritti d’autore perché voglio sostenere chi fa della trasparenza e della meritocrazia un valore fondante». D’Atri, fondatore e ceo di Soundreef, risponde per le rime: «Quella di Federico è una scelta coraggiosa ma anche di innovazione, dettata dalla voglia di cambiare il sistema che garantisce i più forti. La rivoluzione digitale non poteva che travolgere i monopoli che ancora resistono nel nostro Paese assisteremo presto a un effetto domino». Lo scorso 10 aprile doveva essere recepita la direttiva Barnier dell’Unione Europea (la numero 26 del 2014) che sancisce l’apertura del mercato della raccolta e gestione dei diritti d’autore sulle opere musicali a operatori privati, business che nella Ue vale circa 5 miliardi. Il percorso istituzionale nel nostro Paese è ancora all’inizio dell’esame parlamentare e per sollecitare il recepimento delle disposizioni europee, Soundreef e oltre 300 fra imprenditori e investitori hanno consegnato una lettera al presidente del Consiglio Matteo Renzi. Nella missiva sono illustrate le ricadute positive (nuovi posti di lavoro e innovazione del settore) che a loro giudizio la liberalizzazione e la fine del monopolio Siae porterebbero. «Soundreef – spiega D’Atri – rendiconta le utilizzazioni entro sette giorni dal concerto e paga le royalty entro 90 giorni dal concerto, sia per il nazionale che per l’internazionale. La nostra rendicontazione è analitica al 100%. Ciò che viene suonato viene pagato e gli utenti attraverso l’account online possono verificare in tempo reale come e quando hanno guadagnato».

  • Elisa |

    Giulio, ci spieghi dove sta la follia e quale sarebbe la trappola? Da musicista e autrice non può che farmi piacere il fatto che un “big” abbia scelto di dare il suo contributo alla causa che noi artisti figli di nessuno portiamo avanti da anni senza che nessuno ci ascolti

  • GIULIO |

    QUESTA E’ FOLLIA, ANCHE FEDEZ E’ CADUTO NELLA TRAPPOLA DEL QUALUNQUISMO DI FACEBOOK E DEI GRILLINI. POTEVA FARE UN GIRO IN SIAE PER VEDERE SE IN GIRO CI SONO VOCI VERE O FANDONIE… NON HO PAROLE.

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