Il questionario (musicale) di Proust: #2 Alessandro Massara

A Marcel Proust è attribuito uno dei più celebri questionari di intrattenimento sociale della storia. Qui a Money, it’s a gas! lo abbiamo riarrangiato a uso dei protagonisti del mondo della musica e del music business. Proseguiamo con Alessandro Massara, presidente di Universal Music Italy. Napoletano d’origine, ha iniziato la sua carriera discografica alla Flying Records, dove ha ricoperto più ruoli, dalle vendite alla promozione, dalla cura del prodotto fino a diventare responsabile della divisione internazionale e poi direttore della sede di Milano. Nel ’97 ha fondato l’agenzia Spingo e nel ’99 viene chiamato a dirigere la sede italiana della V2 Records. Con l’acquisizione nel 2007 della V2 da parte del gruppo Universal viene nominato direttore della divisione Local e poi nel 2009 presidente.

Che ascoltatore di musica sei?
Nella vita privata tendo ad ascoltare album interi, per lavoro ascolto soprattutto singoli.

Qual è il disco che ti ha cambiato la vita?
Ramones, «It’s Alive»

Qual è il libro che sta sul tuo comodino?
In questo momento «Corporate rock sucks: the rise and fall of Sst Records» di Jim Ruland.

Se potessi tornare a un concerto che per te è stato importante, quale sceglieresti?
Pino Daniele al Metropolitan di Napoli nel 1979.

Come sei finito a fare quel che fai?
Sono partito come giornalista musicale e, grazie a quello, ho iniziato a lavorare per la Flying Records di Napoli nel 1988.

In un’altra vita che lavoro avresti fatto?
Un lavoro nel mondo del vino, ma onestamente ho la fortuna di fare quello che mi piace.

Qual è il progetto a cui hai lavorato di cui vai più orgoglioso?
Più che un progetto, sono orgoglioso di aver costruito nei miei primi 15 anni in Universal un catalogo di musica italiana invidiabile.

Qual è, invece, l’errore che non ripeteresti?
Nel nostro lavoro i migliori sono quelli che commettono meno errori! Io di errori ovviamente ne ho commessi, e più di uno, ma sono ancora qui!

Qual è il tuo rimpianto più grande?
Non essermi trasferito negli States a 30 anni. Ne avevo la possibilità…

Puoi riportare in vita un grande della musica di ieri per lavorarci. Chi scegli?
Jimi Hendrix.

Talento, lavoro di team su un progetto, fortuna: cosa conta di più per sfondare nella musica?
Talento ovviamente, ma unito a costanza e tanto lavoro.

Definisci gli artisti.
Il centro del vostro universo.

Definisci i discografici.
L’ingranaggio della macchina, il trait d’union fra gli artisti e le loro creazioni da un lato e i consumatori finali dall’altro.

Definisci i promoter.
Organizzatori di concerti.

Come ti immagini il futuro del lavoro che fai?
Non ho la palla di cristallo, ma sempre con la musica e gli artisti al centro.

 

Al questionario (musicale) di Proust hanno risposto anche:
Marco Alboni
Mimmo D’Alessandro
Claudio Ferrante
Enzo Mazza
Andrea Rosi
Federica Tremolada
Franco Zanetti