Il questionario (musicale) di Proust: #10 Claudio Trotta

Dopo una fortunatissima edizione 2022, torna l’appuntamento di Money, it’s a gas con il questionario di Proust a uso dei protagonisti del mondo della musica e del music business. Ripartiamo da Claudio Trotta, storico promoter attivo nella realizzazione di spettacoli di musica dal vivo, food truck festival, musical e show di edutainment, fondatore  di Barley Arts e Slow Music. Il suo nome, qui da noi, è sinonimo di Bruce Springsteen. Non solo il Boss nel suo curriculum, comunque: in oltre 40 anni di carriera, Trotta ha prodotto più di 15mila concerti di artisti italiani e internazionali, tra i quali AC/DC, Queen, Kiss, The Cure, Tom Waits, Frank Zappa, Lenny Kravitz, Van Morrison, Loreena McKennitt, Ray Charles, Norah Jones, Ry Cooder, Guns n’ Roses, Aerosmith, The Chemical Brothers, Mika, Deep Purple, Pearl Jam, Ligabue, Renato Zero, Gianna Nannini, Litfiba, Elio e le Storie Tese, Ben Harper, Anderson .Paak, Flaming Lips, The White Buffalo, John Butler, Niccolò Fabi e molti altri.

Che ascoltatore di musica sei?
Appassionato, curioso, onnivoro, quotidiano.

Qual è il disco che ti ha cambiato la vita?
«Astral Weeks» di Van Morrison.

Qual è il libro che sta sul tuo comodino?
Tanti, troppi: ora sto leggendo, su consiglio del mio “pusher” di libri Gian Paolo Serino, «Una Famiglia Particolare» di Alexandre Jardin.

Se potessi tornare a un concerto che per te è stato importante, quale sceglieresti?
Ry Cooder, 5 maggio 1982, Milano, Rolling Stone.

Come sei finito a fare quel che fai?
Incoscienza, desiderio di fare cose belle che restino, ricerca della «sfida» e passione.

In un’altra vita che lavoro avresti fatto?
Fly Fishermen a tempo pieno, insegnandolo.

Qual è il progetto a cui hai lavorato di cui vai più orgoglioso?
Sonoria ’94, ’95 e ’96: tre anni di festival con più di 150 artisti diversi.

Qual è, invece, l’errore che non ripeteresti?
Fare cose che non mi piacciono, che non mi rappresentano.

Qual è il tuo rimpianto più grande?
Non avere fatto  la carriera da cestista quando forse, da ragazzo, ne avevo la possibilità. Sul lavoro nessun rimpianto.

Puoi riportare in vita un grande della musica di ieri per lavorarci. Chi scegli?
Jerry Garcia e Billie Holiday.

Talento, lavoro di team su un progetto, fortuna: cosa conta di più per sfondare nella musica?
La squadra con un buon capitano e tutti che desiderino alimentare personalità, identità e Bellezza.

Definisci gli artisti.
Casi Umani.

Definisci i discografici.
Per molti anni importanti e capaci scopritori di talento, ora impiegati e impegnati solo a fare soldi.

Definisci i promoter.
Quelli indipendenti motore e fulcro della Musica Popolare Contemporanea, quelli dipendenti di gruppi consolidati internazionali impiegati impegnati solo a fare soldi.

Come ti immagini il futuro del lavoro che fai?
«Il Futuro non è scritto, il Futuro dipende da tutti noi» (cit.).

Al questionario musicale di Proust hanno risposto anche:
Marco Alboni
Mimmo D’Alessandro
Claudio Ferrante
Stefano Lionetti
Alessandro Massara
Enzo Mazza
Andrea Rosi
Federica Tremolada
Franco Zanetti