Primavera Sound 2023 parla all’Italia: «Vale 50mila spettatori»

Siamo a metà dicembre ma si registra già aria di Primavera. Tranquilli, non siamo impazziti: è al Primavera Sound, il principale festival musicale dell’Europa meridionale che ci riferiamo. L’evento si svolgerà nei primi dieci giorni di giugno e per la prima volta sulla «doppia piazza» di Barcellona e Madrid. La line-up è stata annunciata da una manciata di settimane e spazia da Kendrick Lamar ai Blur passando per i Maneskin. Pubblico in arrivo da tutta Europa, compresa l’Italia. Ma quanto valgono per il festival spagnolo gli spettatori tricolori? Lo abbiamo chiesto a Joan Pons, direttore della comunicazione del Primavera Sound 2023.

«L’Italia è il terzo paese che porta il maggior numero di persone al Primavera Sound, dopo Spagna e Regno Unito. In particolare, contribuisce al 10% del numero totale di presenze. Quindi se l’anno scorso abbiamo avuto mezzo milione di presenze, 50mila erano italiane. Quest’anno ci aspettiamo un numero simile di presenze, divise tra Madrid e Barcellona».

Qual è l’identikit del fan italiano che viene al Primavera Sound?
«Non è molto diverso da quello di qualsiasi altro frequentatore di festival di altri paesi. Tendenzialmente si tratta di fan della musica, interessati alla cultura, più che all’esperienza del festival o alla festa in sé, anche se apprezzano anche quella. Abbiamo un pubblico di età differenti, anche se la maggior parte, circa due terzi, tende ad avere tra i 18 e i 35 anni. Negli ultimi anni, il nostro festival ha registrato un grande equilibrio tra pubblico maschile e femminile, cosa che in passato non accadeva e di cui siamo particolarmente orgogliosi. E anche, sempre più spesso, un pubblico che si sente libero di esprimere la propria identità di genere al festival. Va anche detto che il pubblico italiano è di solito molto attivo nell’acquistare gli early birds, senza nemmeno conoscere la lineup. Questo dimostra che ha una fiducia cieca nei nostri confronti e, per questo motivo, non possiamo che amarlo.

Con i Maneskin in cartellone vi aspettate più pubblico italiano?
Ogni anno includiamo diversi artisti italiani in line-up: quest’anno abbiamo i Maneskin, certo, ma anche Voices from the Lake, Anyma, Calibro 35… Sicuramente i Maneskin sono quelli che possono attirare più pubblico italiano, ma anche fan da altre parti del mondo: sono molto popolari e amati in molti altri Paesi. Ci piace pensare che sia come se avessimo fatto un Primavera Sound negli anni Settanta e avessimo chiamato Abba e T Rex in un unico show. Inoltre, sappiamo che hanno già partecipato al festival come pubblico…

Ci sono altri artisti italiani che, nelle prossime edizioni, vi piacerebbe inserire in line-up?Al Primavera Pro, la fiera professionale che si svolge sempre in contemporanea al festival, ogni anno collaboriamo con Puglia Sounds, Italia Music Export e Ater Fondazione. C’è quindi una forte rappresentanza di artisti, molti dei quali esordienti. Poiché ci piace sempre diversificare l’offerta dagli artisti anglosassoni, che tendono a dominare le line-up dei festival, e grazie a Primavera Pro conosciamo questi gruppi, è molto probabile che questi nuovi arrivati possano in seguito essere nomi presenti al festival o addirittura che si possa organizzare un tour con loro durante l’anno, come abbiamo fatto recentemente con Iosonouncane.

Ci sono festival italiani che corrispondono allo spirito del Primavera Sound?
Da anni immancabilmente partecipiamo al Tutto Molto Bello di Bologna (e loro vengono sempre al Primavera Sound), un piccolo festival di musica indie e sport che amiamo e che non avrà le nostre stesse dimensioni o la nostra fama, naturalmente, ma lo consideriamo come parte della nostra famiglia italiana.

Avete mai pensato a una versione italiana del Primavera Sound, magari con qualche collaborazione con i promoter italiani?
Al momento, con tre festival nella penisola iberica – Barcellona, Madrid e Porto – riteniamo che l’offerta del Primavera Sound per l’Europa sia già ben coperta. Questo non significa che in futuro non prenderemo in considerazione nuove sedi e che l’Italia non possa essere una di queste.

Come mai l’idea di allargare il festival a una seconda location, con l’inserimento di Madrid accanto a Barcellona?
Quest’anno abbiamo già fatto due weekend a Barcellona. E ci siamo resi conto di avere il pubblico e la domanda di biglietti per farlo. Per il 2023, faremo il nostro debutto a Madrid – era da tempo che volevamo fare qualcosa lì – con lo stesso programma di Barcellona. Due delle città più interessanti, vivaci e internazionali della Spagna, con la stessa line-up.