Dopo Manchester il Viminale impone gli steward ai promoter. Che chiedono un tavolo tecnico

L’attentato di Manchester in occasione del concerto di Ariana Grande ha alzato ancora di più l’attenzione sul problema sicurezza nei grandi eventi. E così, alla luce dell’imminente estate dei concerti, il ministero degli Interni ha inviato ieri una circolare a prefetti e questori in cui si chiede, per garantire un’adeguata cornice di sicurezza, il coinvolgimento anche degli «organizzatori dei singoli eventi» che, così come già avviene per le partite di calcio, dovranno fornire «un servizio di stewardship calibrato in relazione alle esigenze». Un modello, viene sottolineato, che esalta «la partnership tra pubblico e privato, in un’ottica di gestione partecipata della sicurezza». Dunque, per la sicurezza di concerti, partite ed eventi di intrattenimento vario che attrarranno un numero elevato di persone occorrerà individuare «idonee aree di rispetto e/o pre-filtraggio» per controllare in modo mirato le persone, valutando anche, dove possibile, «l’adozione di impedimenti, anche fisici, all’accesso di veicoli alle aree pedonali». E per le forze dell’ordine che svolgeranno i servizi andranno prese «adeguate e appropriate misure di autotutela, specie a salvaguardia della propria e altrui incolumità». Da parte dei promoter massima disponibilità a collaborare. «Massima disponibilità, sì, ma andiamo oltre e chiediamo un tavolo permanente per capire insieme le problematiche e trovare le soluzioni più idonee», dice il presidente di Assomusica Vincenzo Spera. «Il nostro lavoro è rendere felici le persone: meno stress e più garanzie diamo al pubblico, più ne acquista il nostro settore», aggiunge spiegando però come non ci possa essere un’applicazione univoca in ogni città e location: «fatti salvi alcuni principi fondamentali, situazione per situazione devono essere adottate le misure più idonee. Nel discorso generale, deve anche essere tenuta in conto la peculiarità del nostro settore, dato che lavoriamo in strutture non nostre» (foto Ansa).