La classifica finale di Eurovision Song Contest 2022 l’avete vista: prima l’Ucraina con Kalush Orchestra, seconda la Gran Bretagna con Sam Ryder, terza la Spagna con Chanel. Come è stato più volte detto, ha vinto la politica insomma. E gli italiani Blanco e Mahmood devono accontentarsi del sesto posto. Com’è andato, tuttavia, l’Eurovision Song Contest dei social? Le elaborazioni effettuate su Instagram dalla piattaforma di influencer marketing Buzzoole in esclusiva per il Sole 24 Ore dal 10 maggio (giorno della prima semifinale) al 15 maggio (giorno dopo la finale) sono eloquenti. Se parliamo di crescita assoluta del numero di follower, sul podio c’è sempre la Kalush Orchestra davanti a Chanel e Sam Ryder. Blanco è settimo, Mahmood ottavo, Achille Lauro addirittura 37esimo, avendo scontato l’eliminazione di San Marino già in semifinale. In termini percentuali la crescita maggiore è stata di Chanel (+176%), davanti ai Subwoolfer (129%), simpatici norvegesi mascherati da lupi gialli, e ancora alla Kalush Orchestra (112%).
L’Italia si toglie qualche soddisfazione nella classifica dell’engagement medio: qui spicca in prima posizione Blanco, davanti al socio Mahmood, mentre in terza posizione c’è la Kalush Orchestra. A guardare la crescita dell’engagement medio, qui a sorpresa primeggiano le islandesi country style Systur, davanti ai concorrenti della Moldavia Zdob și Zdub e alle danesi Reddi. Secondo lo studio, nel periodo preso in considerazione i 40 concorrenti di Eurovision Song Contest hanno pubblicato 240 post Instagram, divisibili in diverse categorie. Innanzitutto immagini e video delle performance o videoclip dei brani interpretati. Poi post legati al look in cui sono presenti scatti di prima o dopo l’esibizione con un brand taggato. E non sempre con gli hashtag della trasparenza #ad o #adv.
Mahmood, per esempio, taggava Prada e Swarovski (anche l’auricolare dell’esibizione era un gioiello). Chanel taggava ancora Swarovski per un suo orecchino. L’olandese S10 taggava Dior per gli occhiali da lei indossati. E – curiosità delle curiosità – la concorrente serba Konstrakta, interprete di «In corpore sano», taggava Metalac, azienda produttrice del recipiente utilizzato per le abluzioni della sua performance. Poi ci sono i post emozionali legati all’esperienza o con ringraziamenti verso i propri follower per il loro sostegno come quelli della maltese Emma Muscat o della portoghese Maro. E quelli per incitare la propria follower base a votare: il caso più celebre è senza dubbio la condivisione del video in cui il presidente ucraino Volodymyr Zelensky invitava a votare per loro da parte della Kalush Orchestra. Quello con più interazioni, però, vede Sam Ryder esortare i propri fan. Altre curiosità: Achille Lauro tiene nascosto il numero di like ricevuti dai suoi post, mentre Mahmood e Blanco utilizzano la funzionalità Collabs che permette di condividere il contenuto su più profili, massimizzando la visibilità.
«Durante l’Eurovision – commenta Gianluca Perrelli, ceo di Buzzole – diversi brand hanno sfruttato le leve dell’influencer marketing per avere visibilità in più paesi in real time grazie al coinvolgimento di uno o più artisti in gara. I cantanti, infatti, hanno pubblicato nel corso delle giornate diversi contenuti sui social legati sia alle performance sia alle call to action per incitare gli spettatori a votare, dando così una visibilità continua all’evento e ai brand sponsorizzati, ma anche garantendo il coinvolgimento totale della propria follower base. Inoltre, grazie all’utilizzo dei social e a contenuti ingaggianti, gli artisti/influencer sono riusciti a intercettare anche un target come quello della Gen Z, poco permeabile all’advertising tradizionale. Per questa edizione, inoltre, i canali social non si sono limitati a rilanciare le performance sul palco dell’Eurovision, ma grande attenzione è stata posta anche a tutte quelle tematiche di attualità, politiche e sociali che stiamo vivendo quotidianamente tramite la voce degli artisti/influencer in gara», conclude Perrelli.