Sabato 20 aprile è di nuovo Record Store Day, giornata mondiale d’orgoglio del disco in vinile, con uscite discografiche fisiche eccezionali tra inediti e serie limitate. Formula che vince non si cambia: vale per il Record Store Day stesso ma vale anche per come noi proviamo a raccontarvelo. L’anno scorso festeggiammo la circostanza con tre recensioni/consiglio affidate ad altrettanti negozi iconici situati in giro per l’Italia. Per il «Record Store Day» 2024 abbiamo fatto altrettanto: eccovi i consigli di Wanted Record, Sky Stone and Songs e Dissonanze. Buona lettura e… buona giornata di shopping!
Nine Horses, Snow Borne Sorrow, Umr
David Sylvian e il fratello Steve Jansen tornano con il loro album del 2005 «Snow Borne Sorrow», che esce per la prima volta in vinile in occasione del Record Store Day 2024. Pubblicato sotto il moniker di Nine Horses, il disco sembra quasi un album solista dell’ex voce dei Japan ed è forse l’ultimo lavoro davvero incisivo del musicista britannico, ormai direzionato verso scelte sonore fin troppo sperimentali e forse un po’ ostiche anche per i suoi fan più fedeli. A completare la band dei Nine Horses troviamo il manipolatore elettronico tedesco Burnt Friedman, ma tanti sono gli ospiti invitati a suonare nell’album, tra cui spicca senza dubbio il maestro Ryuichi Sakamoto. Per la giornata di celebrazione dei negozi di dischi, «Snow Borne Sorrow» arriva in versione ampliata su un doppio vinile bianco, con tre bonus tracks: due brani al tempo pubblicati come b-side sui singoli o come bonus del Cd giapponese, più un remix inedito di «Atom and Cell», proprio a cura di Friedman.
Giovanni Verini Supplizi
(Wanted Record, Bari)
Talking Heads, Live at Wcoz 77, Rsd
Un suono a tratti sgarbato che è attacco ficcante come lama di coltello alle nevrosi dell’uomo moderno quello che ripropone oggi «Live at Wcoz 77», la performance dei Talking Heads del novembre 1977, alla radio americana Wcoz. Quattordici canzoni tratte dal loro album d’esordio «77» e altre al tempo ancora inedite. La pubblicazione del primo album dei Talking Heads, pur avendo avuto un notevole riscontro, non li aveva convinti del tutto: la registrazione e la produzione non avevano catturato fino in fondo il suono secco ma compatto dei quattro. Il problema sarà superato con l’arrivo di Brian Eno, poi c’erano i live. In quei concerti la band, vestita volutamente in maniera anonima, con una strumentazione povera, praticamente ridotta all’osso, suonava nervose canzoni di un’urgenza e un’innocenza (tipica del punk di quegli anni) disarmante e bellissima. E quel suono così grezzo che riannodava incerto fili e nervi tra corpo e mente era già lucida visione, era già splendore.
René Bassani
(Sky Stone and Songs, Lucca)
Six Minute War Madness, Il vuoto elettrico, Overdrive
I Six Minute War Madness nascono nel 1992, in formazione Xabier Iriondo e Paolo Cantù (chitarre, già entrambi negli Afterhours), Federico Ciappini (voce), Massimo Marini (basso) e Daniele Misirliyan (batteria). Il Vuoto Elettrico è il secondo album della band uscito solo su Cd nel 1997 e registrato/mixato da Fabio Magistrali. Un album viscerale, con quelle sonorità tipiche di Seattle, Chicago e Louisville degli anni Novanta. Un noise-rock che fotografa in pieno la necessità di portare determinati suoni nel panorama nostrano. L’unicità dei testi e la voce di Federico Ciappini valorizzano ulteriormente una composizione che rappresenta il vissuto della Milano di quei tempi.
Cristian Urzino
(Dissonanze, Milano)