Torniamo su Sanremo 2024. C’è Sanremo nel senso della gara canora e c’è il Sanremo delle case discografiche che si misura in hit che il Festival della canzone italiana, prodotto centrale dell’offerta televisiva italiana, è in grado di esprimere. Da qualche anno – prima con le edizioni di Claudio Baglioni, poi con quelle di Amadeus – i due piani appaiono in larga parte coincidenti: chi va al festival performa in chiave di streaming e viceversa.
Sanremo 2024, l’ultimo di Amadeus direttore artistico, a giudicare dalle premesse non farà eccezione: i 27 cantanti in gara finora annunciati valgono in tutto 503 dischi di platino, vero e proprio record della storia festivaliera. Secondo le rilevazioni Fimi GfK, infatti, sul podio ci sono Alessandra Amoroso (nella foto Ansa) a quota 52 platini, Ghali (50) e Geolier (45). Seguono Irama (47), Negramaro (34), Emma Marrone (32), Mahmood (29), Fred De Palma (28), Sangiovanni (27), Gazzelle (22), Mr. Rain (18), The Kolors (11), Rose Villain (10), Alfa (10), Fiorella Mannoia (9), Il Volo (9), Renga (9) e Nek (7), Dargen D’Amico (6), Loredana Berté (5), Diodato (4), Il Tre (4), Angelina Mango (3), La Sad (1) e Ricchi e Poveri (1).
L’esperimento è divertente quanto interessante, ma ha un limite: la rendicontazione Fimi GfK parte dal 2010 che era già era di musica digitale. Sfuggono quindi i platini che, nei loro anni d’oro, si sono accaparrati artisti come Mannoia, Berté e Ricchi e Poveri. Platini «pesanti», perché parliamo di musica fisica.