I Pinguini Tattici Nucleari valgono da soli il 4,1% del mercato del live

Pinguini Tattici Nucleari over and over again. A Milano, in via Locatelli, è apparsa una pubblicità che si prende un’intera facciata di un palazzo in ristrutturazione. Sopra c’è un logo che parodizza lo yin yang, photoshoppato da un ragazzo della Val Seriana poco più di dieci anni fa, e una scritta: «Un milione di biglietti venduti nell’ultimo anno. Grazie e non perdiamoci mica di vista».

È una cartellonistica dell’agenzia di promoting Magellano Concerti, costola di F&P Group che tira le somme sul 2023 dei Pinguini Tattici Nucleari, citando un loro brano, «Cena di classe». Ebbene sì: i Pinguini Tattici Nucleari nell’anno che si sta per chiudere hanno venduto un milione di biglietti per i loro concerti, tra il tour negli stadi dell’estate scorsa e quello indoor della primavera prossima.

Potremmo dire tante cose sull’argomento, ma ne basta una: 1 milione di biglietti venduti, facendo il conto della serva, significa il 4,1% del totale dei biglietti venduti in un anno in Italia, secondo l’Annuario degli Spettacoli Siae. Se poi scremiamo i dati al solo segmento pop, rock e musica leggera (20 milioni di biglietti venduti in un anno), cui i Pinguini Tattici Nucleari afferiscono, la loro percentuale di mercato per volumi sale addirittura al 5 per cento.

Esattamente un anno fa, il 2 dicembre 2022, usciva per Sony Music «Fake News», il loro quinto album e mezzo, tre volte disco di platino secondo Fimi GfK, quinto album più ascoltato del 2023 su Spotify. Tutto questo per dire che, quando vi fanno i discorsi sullo streaming che vale il giusto, perché poi il successo vero di un artista lo devi misurare sui biglietti venduti, hanno ragione, la regola è quella.

E come ogni regola ammette delle eccezioni. E i Pinguini Tattici Nucleari – anche considerando che «Fake News» è costato meno della compilation del 65esimo «Zecchino d’Oro» – stanno dimostrando di essere qualcosa di eccezionale sia sul live che sullo streaming.

Come fanno? La risposta è banale: lavorando sul talento. O meglio, dovrebbe esserlo: in Italia è un’eccezione pure questo. Nella musica e in tutti gli altri settori.