Pinguini Tattici Nucleari, affinità e divergenze tra gli 883 e loro

Che strano il destino dei Pinguini Tattici Nucleari. Quando uscirono, qualcuno subito disse: «Questi vogliono fare i Modena City Ramblers». Colpa di «Bagatelle», ovviamente. Quando cominciarono ad affermarsi nel sottobosco del cosiddetto indie italiano (all’epoca si chiamava così), qualche altro disse: «Questi sono i nuovi Elio e le Storie Tese». La qualità tecnica e la scarsa voglia di prendersi sul serio, nell’arte, incoraggiavano paragoni di questo tipo. Quando arrivarono terzi a Sanremo 2020, tanti dissero: «Questi sono paro paro Lo Stato Sociale». Poi però non abbiamo mai visto Lodo e compagni riempire palazzetti e, dopo i palazzetti, gli stadi, ma questo è un altro discorso. Adesso che esce l’album «Fake News» e i Ptn rappresentano una delle principali certezze della discografia italiana, anche gli amanti dei paragoni alzano il tiro: «I Pinguini Tattici Nucleari sono i nuovi 883». Riccardo Zanotti sarebbe la reincarnazione di Max Pezzali che dominò le charts italiane degli anni Novanta e ancora riempie il Forum d’Assago. Anche stavolta, non è così semplice. Per praticità dei lettori, proveremo a riassumere qui affinità e divergenze tra Pinguini Tattici Nucleari e 883.

Affinità

  • L’understatement. I Pinguini Tattici Nucleari «non sono cool» (prendiamo in prestito l’espressione da un pezzo dell’ultimo loro album). Non hanno mai fatto niente per esserlo. Sono anti-glam, non se la tirano: se li vuoi, te li fai piacere così come sono. Stop. Hanno dei valori, i ragazzi. Di Max Pezzali si può dire lo stesso: è esattamente come lo vedi. A Napoli si direbbe «bread and peppers», pane e puparuoli. Alimento nutriente e genuino come nessun altro.
  • La provincia. Sia i Ptn che Pezzali vengono dalla provincia. Bergamo non è Pavia, ancora di più la Val Seriana, posti come Albino, Nembro, Alzano, se possibile provincia della provincia. Ma la cifra stilistica e i racconti che arrivano da una certa provincia italiana (settentrionale, prima che italiana) rischiano spesso di assomigliarsi, sovrapporsi addirittura.
  • L’attitudine pop. Nessuno, in Italia, sa fare pop meglio dei Pinguini Tattici Nucleari (sfogliate i giornali di oggi, 1 dicembre 2022, e non troverete un solo critico che non sia d’accordo). Così come, quando uscì «Nord Sud Ovest Est», nessuno sapeva fare pop meglio di Pezzali. Più che fare pop si tratta di «sentire» il pop, sentirsi pop perché, in fondo, si è pop.

 

Divergenze

  • L’essere band. I Pinguini Tattici Nucleari sono una band vera. Non ascoltate quelli che vi raccontano che sono Riccardo Zanotti & i Pinguini Tattici Nucleari. Lo abbiamo detto più volte: nei Ptn tutti contano, ciascuno ha un ruolo ben definito, magari ha un progetto parallelo che porta avanti contaminando la band con ciò che fa fuori. Paso è un virtuoso della chitarra hard & heavy, Elio è un folksinger impegnato, Butt un producer di musica folktronica, Simone è il bassista dei Revolver, una delle migliori cover band dei Beatles che abbiamo in Italia, Matteo un signor batterista. Certo: in casa Pinguini scrive tutto Riccardo Zanotti. Ma esistono diversi casi, nella storia della musica, di band longeve che si reggevano sul repertorio di un unico autore. Gli 883, al contrario, erano solo Max Pezzali. Quanto a Mauro Repetto, beh… oggi è un meme.
  • La complessità tecnica. Nei pezzi dei Pinguini c’è una complessità tecnica che in quelli degli 883 non c’è mai stata. Non ci riferiamo solo ai pezzi prog tipo «Cancelleria». Anche nel materiale più mainstream, tipo «Ricordi», c’è una raffinatezza di arrangiamento che fa dei Ptn qualcosa di diverso.
  • La complessità del racconto. Max Pezzali scriveva quello che vedeva: «Tappetini nuovi, Arbre Magique/ Deodorante appena preso che fa molto chic…». Il racconto dei testi di Zanotti è molto più complesso tra calembour, citazioni e inside jokes: «Il partito dei mammuth aveva fede nell’identità di specie e adesso sono elefanti». Un verso così, in una canzone degli 883, non ce l’avremmo mai trovato.

 

Concludendo, a Max Pezzali dobbiamo dare atto di essere stato il primo big della musica italiana ad accorgersi dei Ptn. C’è stima reciproca, qualcuno più di una volta ha caldeggiato un feat. e non è detto che prima o poi non accada. Però ci piacerebbe sottrarre i Pinguini Tattici Nucleari dall’eterno gioco dei paragoni. Una volta, in Italia, c’era una band diversa da ogni altra che si definiva International POPular Group. I Pinguini non sono «International» (difficile immaginare che lo diventeranno mai, a detta di loro stessi), ma ci piace pensarli come un POPular Group. Qualcosa di sempre diverso, ma profondamente coerente con la propria identità.