Concerti, la ricetta di Dice: fee meno gravosi e consulenza per artisti e promoter

L’agenzia di ticketing che ha inventato il biglietto dematerializzato alla prova della ripartenza. «È un momento storico molto particolare per la musica dal vivo, un’estate piena di concerti, caratterizzata da grande domanda di pubblico, ma anche un po’ caotica, con gli eventi ri-programmati che sono andati ad affiancarsi alle nuove date. Si lavora tanto e devo dire che, quando a fine anno avremo i dati, non passeranno inosservati». A parlare è Laura Marchesi, account director di Dice, la tech company specializzata nel ticketing che qui da noi ha debuttato nel 2019, quando il dibattito sul secondary ticketing era caldo e il biglietto dematerializzato sembrava una buona risposta al problema. Poi c’è stato il coronavirus, con i concerti più o meno fermi per quasi due anni. In quella fase Dice ha diversificato, scommettendo sui concerti in streaming. Adesso finalmente la ripartenza, «con grandissima risposta di pubblico che registriamo su tutti i mercati», continua Marchesi. «Basti pensare che a New York, nell’ultimo mese, più di un milione di utenti ha usato Dice».

La piattaforma di ticketing conta partnership con 49mila artisti a livello mondiale. «La nostra app ha l’ambizione di mettere in rete da un lato artisti e promoter, dall’altro il pubblico, fedeli allo slogan “Let’s get people out more”. Agli artisti», continua Marchesi, «permettiamo di guadagnare di più, perché graviamo meno a livello di fee. Ai promoter e alle venue, soprattutto alle realtà di dimensioni minori, offriamo tutto il nostro know how, di fatto è come se facessimo consulenza». Per quanto riguarda i fan, prosegue l’account director, «basta farsi un giro sulla piattaforma per vedere quanti eventi ci sono in vendita e qual è il prezzo medio. Anche su quel versante graviamo meno perché, essendo il nostro biglietto un qr code, non ci sono spese di spedizione».

La piattaforma offre anche la possibilità di re-ticketing. «Funziona tutto in modo molto immediato, attraverso la nostra app che, oltre a fornire un servizio, è anche una community, quasi un social network. Puoi invitare a un concerto un tuo amico, rivendere in maniera perfettamente legale, allo stesso prezzo a cui lo hai pagato, un biglietto di un evento al quale non puoi partecipare. Ci sono le waiting list che, per gli eventi finiti sold out, mettono in collegamento chi vuole comprare e chi ha necessità di vendere. Tutto in maniera molto economica e veloce. Bastano due click, a volte addirittura uno». Dice è una piattaforma, una app ma anche un «ecosistema». Attraverso cui far circolare tutto ciò che gira attorno a un concerto.