Ferrara in Jazz, ritorno in grande stile tra tradizione e novità

Con Ferrara in Jazz 2021/22 il Jazz Club Ferrara riapre le sue porte alla città dopo il lunghissimo stop determinato dall’emergenza sanitaria. La ventitreesima edizione della rassegna prenderà il via sabato 25 settembre e ogni singolo appuntamento sarà fruibile fino a maggio 2022 al Torrione San Giovanni. Il sipario si alzerà sui 23 elementi della Tower Jazz Composers Orchestra, l’orchestra residente del Jazz Club, con «So Long Marco», un concerto omaggio all’artista ferrarese Marco Jannotta esattamente nel giorno in cui sarebbe stato il suo compleanno.

Da ottobre a dicembre il pubblico del Jazz Club Ferrara potrà così godere di oltre 40 appuntamenti, molti dei quali fruibili anche in modalità streaming, che coinvolgono oltre 100 artisti del calibro di Fabrizio Bosso, Seamus Blake, Maria Pia De Vito, Christian Sands, Roberto Taufic, Emmet Cohen (nella foto in formazione trio), Roberto Gatto, Linda May Han Oh, Peter Bernstein, Tiziana Ghiglioni, il Trio Bobo, Don Byron e Aruán Ortiz, Joëlle Léandre, Antonio Faraò, Graig Taborn, Alfio Antico, Massimo Faraò, Uri Caine, Ralph Alessi, Zeno De Rossi, Giancarlo Schiaffini, Ches Smith, Francesco Cusa, George Cables, Fabrizio Puglisi, Piero Odorici e moltissimi altri.

«Il ritorno all’attività con pubblico in presenza – sottolinea Francesco Bettini, direttore artistico di Ferrara in Jazz – ci ha restituito l’entusiasmo per ripartire e immaginare, con tutti gli scongiuri del caso, una nuova ricca stagione concertistica. Una sfida raccolta assieme a tantissimi partner storici e a nuovi soggetti e coronata dall’accreditamento del Fondo Unico dello Spettacolo del Ministero della Cultura. Recupereremo dapprima i concerti cancellati nelle precedenti stagioni, per poi proiettarci verso nuove proposte artistiche, con la qualità che ci ha sempre contraddistinto».

Programma, come sempre, caratterizzato da un equilibrio e innovazione. Nel solco della tradizione, ma con uno sguardo volto al futuro, è il nuovo trio pianoless del sassofonista Seamus Blake, completato da Dario Deidda al basso elettrico e Greg Hutchinson alla batteria (il 2 ottobre) e quello guidato da uno dei pianisti più apprezzati al mondo, Antonio Faraò (27 novemre); altro pianista dalla tecnica impeccabile, maturata anche grazie alla proficua collaborazione con Christian McBride, suo mentore, è Christian Sands, il cui elegante fraseggio non concede nulla al virtuosismo fine a sé stesso. Lo potremo ascoltare in trio sabato 6 novembre, in collaborazione con Bologna Jazz Festival. Segno dei tempi è l’avventura del giovane pianista Emmet Cohen, autorevole rappresentante della nouvelle vague del jazz contemporaneo, che si è affermato su scala globale grazie allo straordinario successo dei concerti in streaming Live from Emmet’s Place, realizzati con il consolidato trio che calcherà il palcoscenico del Torrione sabato 16 ottobre.

Di taglio contemporaneo è «Walk Against The Wind», nuovo progetto della straordinaria contrabbassista Linda May Han Oh (già con Pat Metheny, Joe Lovano, Dave Douglas…) che farà tappa al Torrione sabato 23 ottobre. Si prospettano sentieri improvvisativi a briglie sciolte anche quelli percorsi da un’altra protagonista della scena creativa internazionale, Joëlle Léandre. La contrabbassista francese dialogherà con Tiziana Ghiglioni e Giancarlo Schiaffini, senza alcun dubbio due compagni ideali di viaggio per formazione musicale e analogie di linguaggio (30/10 in collaborazione con Bologna Jazz Festival). Altro appuntamento che promette scintille è quello con il nuovo trio collettivo formato da Craig Taborn (piano), Ralph Alessi (tromba) e Ches Smith (batteria), in agenda venerdì 5 novembre (in collaborazione con Crossroads – Jazz e altro in Emilia-Romagna). Sabato 4 dicembre, infine, è la volta del duo formato da Don Byron (sax tenore e clarinetto) e Aruán Ortiz (piano), protagonisti di due generazioni che hanno definito l’avanzamento della frontiera jazzistica. Il loro dialogo musicale è votato alla totale elusione del prevedibile, tanto che ogni nuova esecuzione si tramuta in una reinvenzione a due voci.