Premio Tenco, la famiglia del cantautore prende le distanze. Il Club: «Tutto un malinteso»

A una manciata di giorni dalla partenza dell’edizione 2019 del Premio Tenco, in programma dal 15 al 19 ottobre al Teatro Ariston, tira aria di polemica su Sanremo. «A malincuore ci troviamo a dover esternare il nostro dissenso su parte dei significati della prossima edizione del Premio Tenco che ci obbligano a dissociarci dall’organizzazione del Tenco 2019». Lo si legge una nota divulgata stamani dalla famiglia del celebre cantautore. «L’accostamento del Premio Tenco, anche attraverso il titolo di questa edizione a altri festival musicali che nella maggior parte dei casi hanno interessi commerciali rappresenta uno snaturamento inconcepibile è in contrasto con le ragioni per le quali fu istituito – è scritto nella nota -. La partecipazione di artisti ospiti che “non conoscono il mondo dei Cantautori”, specialmente qualora venissero incaricati di interpretare la sigla di apertura della rassegna, appare come una forma di pubblicità per costoro e fa perdere la storica funzione di riconoscimento culturale per coloro che invece creano canzoni di spessore».

Sotto accusa anche gli eventi collaterali che secondo la famiglia Tenco «nulla hanno a che fare con il mondo della canzone d’autore, ma sfruttano il nome Tenco per dare risalto a momenti dedicati all’“AperiTenco” o alla “MovidaTenco”, trasformando l’importante significato del Premio Tenco in un banale circo-spettacolo in cui tentano di trovare visibilità quelle persone e quelle aziende appartenenti a mondi piuttosto lontani da quello della canzone». Secondo la famiglia Tenco è «necessario che venga immediatamente ritrovata l’identità culturale che in passato ha contraddistinto il Premio Tenco da tutte le altre manifestazioni musicali».

Il presidente del Club Tenco, Giovanni Imperatore, si è detto «sorpreso» per la nota. «Ci ha sorpreso anche la tempistica con l’odierna presentazione. Valuteremo come Club queste affermazioni, non vogliamo entrare nel merito. Ricordo che il Club è gestito e condotto da un direttivo di nove persone. Riteniamo che potrebbe essere anche frutto di un equivoco, dovuto alla mancanza di comunicazione tra le parti». A distanza di qualche ora, il Club è intervenuto con una nota ufficiale: «Siamo estremamente addolorati e negativamente sorpresi dal contenuto e dal tono del comunicato stampa che gli eredi di Luigi Tenco hanno diffuso», vi si legge. «Maggiormente sorpresi perché le questioni principali contenute nel comunicato erano già state discusse verbalmente con l’avvocato della famiglia Tenco e, a nostro avviso, sembravano risolte. In particolare le critiche riportate dall’avvocato riguardavano sostanzialmente due aspetti della rassegna di quest’anno. Il primo e più importante riguarda il nome del cantante scelto dalla nostra direzione artistica per cantare la sigla iniziale, l’ormai mitica “Lontano, lontano” di Luigi Tenco. Il nome è evidentemente quello di Achille Lauro, artista su cui già l’ufficio stampa di Michele Piacentini aveva manifestato il dissenso della famiglia. Dissenso legittimo ma che non poteva assolutamente incidere sulle scelte autonome del direttore artistico e dell’intero direttivo. Inoltre le critiche fatte alludevano anche ad una supposta scelta “commerciale” per la scelta di un nome non formatosi nei tradizionali canali del cantautorato, obiezione totalmente da respingere perché non riconosceva alla Rassegna della canzone d’autore la ormai storica capacità di cogliere la qualità artistica degli artisti invitati indipendentemente da se si siano messi in luce attraverso i canali di nicchia di una certa canzone d’autore o, come in questo caso, attraverso la partecipazione a eventi quali il Festival di Sanremo».