Da Dodi Battaglia a Ermal Meta: gli artisti salutano i «nuovi» diritti connessi

Il Ddl Concorrenza ha completamente ribaltato le logiche della distribuzione dei diritti connessi nella musica. Le case discografiche non sono più gli unici soggetti titolati a trattare i compensi per l’utilizzo della musica incisa in Tv, radio ed esercizi commerciali, ma anche gli artisti – tramite le proprie collecting – avranno voce in capitolo. Una «piccola grande rivoluzione» che, tra le altre cose, stabilisce un principio: è finito il tempo dei contratti capestro con cui discografici spregiudicati imponevano agli esordienti di cedere i diritti di riproduzione delle loro opere. Quale il giudizio degli artisti? «In troppi – commenta Enrico Ruggeri – soprattutto dopo il primo contratto firmato, hanno pagato a caro prezzo il loro entusiasmo e la fiducia riposta nelle loro controparti.  Questa svolta potrà renderli più autonomi economicamente e, di conseguenza, artisticamente». Per il chitarrista dei Pooh Dodi Battaglia «il lavoro degli artisti interpreti esecutori del settore musicale in Italia finalmente è equiparato a quello dei colleghi attori e di tutti gli artisti europei  ed extraeuropei. Uno degli obiettivi che mi sono dato quando accettai l’incarico di portavoce degli artisti della musica per il NuovoImaie è stato proprio quello di mettere a disposizione la mia esperienza e la mia carriera artistica per migliorare le condizioni di lavoro di tutti i musicisti. Questa importante modifica legislativa rappresenta un concreto passo avanti in questa direzione». Il cantautore romano Daniele Silvestri (nella foto) pensa «ai giovani artisti. Penso al primo contratto discografico in cui l’artista, pur di far pubblicare il proprio brano, è disposto a cedere e rinunciare a tutto. Ecco, questa legge vieta la cessione del diritto connesso. Ed è un grande passo avanti». Marco Masini accoglie «con  grande soddisfazione la legge approvata. La carriera di un artista è per antonomasia precaria. Avere certezza dei propri diritto è importante. Questo è un bel passo avanti». Per Arisa «non sempre il talento è sufficiente, per vivere di musica è necessario avere certezza dei propri diritti. Mi unisco al coro dei colleghi nell’esprimere la mia soddisfazione per questa importante conquista per i musicisti». Chiude il quadro Ermal Meta, terzo classificato all’ultimo Festival di Sanremo: «Finalmente è concessa dignità ai musicisti, a chi fa del proprio talento un lavoro. Possiamo predire il futuro senza doverlo inventare».