Stavolta dovremmo esserci davvero. La legge di recepimento della Direttiva Barnier sui dibattutissimi temi della liberalizzazione del diritto d’autore e del ruolo di Siae a quanto pare si avvia a concludere il proprio iter: a giorni da parte del governo potrebbe esserci il varo definitivo del provvedimento che era atteso per l’aprile scorso. «Money, it’s a gas!» ha avuto la possibilità di leggerne in anteprima i contenuti e offre ai suoi lettori qualche anticipazione. C’è un primo, importante riconoscimento per gli «organismi di gestione collettiva diversi dalla Siae», ossia le collecting society private. Il loro ambito d’azione è comunque circoscritto alle «attività di amministrazione e di intermediazione dei diritti connessi», un mercato che già era stato liberalizzato. L’articolo 175 sexies ne individua i requisiti: dalla «costituzione di una forma giuridica prevista dall’ordinamento italiano o di un altro Stato membro dell’Unione europea» alla dotazione di «un patrimonio netto minimo, comunque denominato, pari al cinque per cento del valore dei diritti amministrati nell’anno precedente». Quanto alla gestione dei proventi dei diritti da parte delle collecting, questi «non possono essere impiegati per fini diversi dalla distribuzione ai titolari, con l’eccezione per la detrazione o compensazione delle spese di gestione». Qualora le società di gestione «investano i proventi dei diritti o le entrate derivanti dall’investimento di tali proventi, agiscono nel migliore interesse dei titolari, in conformità con la politica generale di investimento e gestione dei rischi». La distribuzione dei proventi deve avvenire «sulla base di criteri di economicità e in modo quanto più possibile analitico, in rapporto alle singole utilizzazioni di opere». Ma soprattutto deve avvenire «non oltre nove mesi a decorrere dalla fine dell’esercizio finanziario nel corso del quale sono stati riscossi tali proventi, a meno che non sia possibile rispettare il suddetto termine per ragioni oggettive». Novità anche per gli artisti che scelgono di cambiare società di gestione, come è stato per Fedez che ha scelto di lasciare la Società italiana autori ed editori per farsi rappresentare dalla privata Soundreef: l’articolo 175 bis del Dlgs. norma questi passaggi. «I titolari – si legge nel testo – hanno la facoltà di revocare l’autorizzazione da loro concessa, in tutto o in parte, per i territori di loro scelta, con un preavviso non inferiore a quattro mesi e non superiore a sei mesi».
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