Cercate un pianoforte? Vi interessa qualcosa di innovativo ed eccezionale ma, finora, non avete trovato nulla che soddisfi le vostre aspettative? Avete un tesoretto di 250mila euro da investire nella vostra ricerca? Dal 30 settembre al 2 ottobre concedetevi allora un salto a CremonaFiere, dove si svolgerà il tradizionale appuntamento con Cremona Mondomusica: potrete toccare con mano, magari suonare ed eventualmente portare a casa quello che probabilmente è il pianoforte più costoso al mondo, ossia lo strumento progettato dal pianista ungherese vincitore del Premio Kossuth Gergely Bogányi, un «oggetto» rivoluzionario per concept, design e peculiarità acustiche. Qualcuno, insistendo sulla sua struttura aerodinamica, lo ha soprannominato «bat-piano», un po’ come se uscisse dalla caverna di Bruce Wayne, ovvero l’uomo che sta dentro il costume di Batman. ll pianoforte potrà essere liberamente provato dal pubblico e, inoltre, verrà suonato sia dallo stesso Boganyi che dai pianisti del Decca Deutsche Grammophon Showcase, festival che la kermesse della città di Stradivari dedica ai musicisti della celebre etichetta discografica. In due secoli l’impianto strutturale del pianoforte non aveva mai subito modifiche sostanziali. Fino alla realizzazione del Bogányi Piano, frutto di una ricerca durata quasi un decennio. Partendo dalla constatazione dell’inevitabile gap tra suono ideale e suono reale, Gergely Bogányi si è messo alla guida di uno staff di specialisti con l’intento di ripensare le 18mila componenti «classiche» del pianoforte. Ne è scaturito uno strumento riprogettato nel profondo. Tra le innovazioni più evidenti spiccano le 90 chiavi in luogo delle tradizionali 88, perché «alcune composizioni musicali richiedono queste due note aggiuntive sulla tastiera» spiega Bogányi. Del tutto inedito è, poi, l’impiego di materiali come la ghisa per il telaio e la fibra di carbonio per la cassa, «utilizzata anche nella tecnologia aero-spaziale», come sottolinea lo stesso Bogányi. In questo modo il Bogányi Piano riduce sensibilmente il rumore delle componenti meccaniche dando vita ad un suono più potente e pulito. Inoltre i compositi di carbonio si rivelano più funzionali rispetto al legno anche in relazione alle variazioni acustiche legate alle condizioni climatiche. Per un piano top ti di solito ti servono 120mila euro. Qui ce ne vogliono addirittura 250mila. Non piacerà a tutti, com’è tipico delle opere che nascono dall’intuizione di un innovatore. Ma se diciamo che è qualcosa di unico, nessuno potrà obiettare.
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