Diritto d’autore: nuovo emendamento contro il monopolio Siae, ma i margini di manovra sono stretti

Che al Senato sarebbe stata battaglia era presumibile già dalla conferenza stampa che annunciava un’imminente interpellanza trasversale al ministro dei Beni culturali Dario Franceschini (nella foto accanto al presidente di Siae Filippo Sugar) per riaprire alla liberalizzazione. Adesso se ne ha la certezza: due senatori di maggioranza, Pietro Ichino e Laura Puppato, entrambi del Pd, da qui a qualche giorno presenteranno un nuovo emendamento di recepimento della Direttiva Barnier che si contrapporrà a quello già licenziato dalla Camera dei deputati. Laddove quest’ultimo non scalfisce il monopolio della Siae sulle attività di collecting ma va a riformare il modello organizzativo della Società italiana autori ed editori, il testo che verrà messo sul piatto da Ichino e Puppato riaprirà a un concetto di liberalizzazione del diritto d’autore inteso nel senso più ampio del termine. Altra benzina sul fuoco di un dibattito già alimentato dai passaggi dei vari Fedez e Gigi D’Alessio a Soundreef, concorrente privato di Siae per il momento attivo soltanto sui segmenti concerti e musica d’ambiente ma in procinto di coprire, a partire da inizio 2017, anche quelli Digital Rights Management, broadcasting e online. La proposta Ichino-Puppato potrebbe «pescare» consenso nei banchi dell’opposizione, se consideriamo che la conferenza stampa sull’interpellanza di cui lo stesso Ichino era stato uno dei promotori coinvolgeva anche parlamentari di Centrodestra, mentre il Movimento 5 Stelle è da sempre schierato a favore della liberalizzazione del collecting. In ogni caso i margini per una modifica dell’emendamento di recepimento della Barnier appaiono a questo punto piuttosto stretti: qualsiasi variazione del testo presupporrebbe, infatti, un nuovo passaggio alla Camera. Con tutti i rischi del caso.