Oggi abbiamo più di un motivo per parlare di diritto d’autore. Innanzitutto sul «Sole 24 Ore» del lunedì in edicola c’è un articolo scritto a quattro mani con Andrea Biondi in cui proviamo a mettere in fila tutto quello che è successo tra direttiva Barnier, faticosi tentativi di recepimento, polemica sul ruolo di Siae e passaggio a Soundreef del rapper Fedez. Poi c’è capitato tra le mani un disco molto particolare: «Led Zeppelin Suite» della Giovanni Falzone Contemporary Orchestra (Musicamorfosi e Maccalube Records). Si tratta di un omaggio colto al quartetto che rappresenta l’idea platonica di hard rock per mano di questo combo di 10 musicisti (due trombe, due tromboni, sax tenore, flauto, fagotto, chitarra, basso e batteria) guidati dal Falzone (nella foto di Marina Sturino), trombettista con un curriculum che va dalle performance per le orchestre di Claudio Abbado e Giuseppe Sinopoli a rielaborazioni jazzistiche di Hendrix («Around Jimi») e Coleman («Around Ornette»). L’ultimo lavoro sprizza energia sonica da ogni traccia. In bilico tra jazz (ci trovi ambientazioni cool o free) e rock (hard, ovviamente, ma persino funky). In particolare, la 14esima traccia ti fa pensare. Si tratta dell’immortale «Stairway to Heaven», di sicuro il pezzo più conosciuto degli Zeppelin. Brano sul quale da qualche mese esiste una controversia legale: gli avvocati che tutelano gli interessi degli Spirit, band che fu di Randy California, sostengono che la celebre hard ballad nasca da un plagio di «Taurus», brano strumentale dei loro assistiti. La progressione armonica, effettivamente, è molto simile. Ma la progressione armonica non è melodia. A meno che non si voglia considerare melodia l’arci-noto arpeggio chitarristico di Jimmy Page. Veniamo al punto: nella «Stairway to Heaven» di Falzone l’arpeggio di chitarra diventa un pattern di tromba. E la tromba è strumento melodico per definizione. Se – chissà come – il bel disco di Falzone capita in mano ai legali degli Spirit, ci sta che questi ultimi lo depositino agli atti del processo per il plagio presunto. Come fai infatti a non considerare melodia quella sequenza ipnotica di note che, una volta entrata in mente, non ne vuole sapere più di uscirne? Ovviamente il nostro è un gioco. Ma riesce terribilmente stimolante.
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