Tra le innumerevoli cose che si possono dire su Gian Franco Reverberi, morto a 89 anni nella sua amata Genova, forse ne basta una: in Siae ci sono 1.456 brani musicali depositati a suo nome.
È stato compositore, musicista, discografico, esponente di punta della cosiddetta Scuola genovese, oltre che fratello di Gian Piero, figura chiave nella diffusione del concetto di cantautorato in Italia.
Nato a Genova, Gian Franco studiò pianoforte, ma era appassionato di fisarmonica e il vibrafono, regalatogli dal padre, divenne il suo strumento principale. Durante il servizio militare a Fano, formò un quartetto con altri commilitoni tra cui Piero Ciampi. Fondò, poi, un trio jazz con Giorgio Gaber (chitarra) e Giorgio Buratti (contrabbasso), esibendosi nelle «cantine» milanesi.
Contemporaneamente, assieme a Gaber, Enzo Jannacci, Paolo Tomelleri, Nando De Luca e Luigi Tenco costituì uno dei primi gruppi italiani di rock and roll, con cantante Adriano Celentano.
Terminato il servizio militare, entrò a far parte come vibrafonista dell’orchestra di bordo della nave Olimpia. Tornò quindi a Milano con Jannacci, Tomelleri, De Luca e Tenco, per formare i Cavalieri.
L’aspirazione di Reverberi era però quella di comporre e, grazie anche ai buoni uffici di Mogol, venne assunto inizialmente alle edizioni musicali Radio Record Ricordi e successivamente alla Discografia.
Divenne a 23 anni vicedirettore artistico della casa, poi fu direttore artistico della casa discografica CGD col suo amico Franco Crepax, nominato direttore. Da un’idea di Gino Paoli, nacque una nuova esperienza di produttori indipendenti. Il primo artista prodotto dalla coppia Paoli/Reverberi fu Lucio Dalla.
Nelle vesti di manager, arrangiatore, compositore, musicista e direttore d’orchestra, svolse numerose tournée, accompagnando anche Luigi Tenco, Lucio Dalla e Nicola Di Bari. Oltre a comporre canzoni, scrisse colonne sonore per film.
Proprio un brano tratto da una di queste, composta per il film «Preparati la bara!», con Terence Hill, nel 2006 venne ripresa dal duo statunitense Gnarls Barkley per il loro singolo «Crazy». Da ricordare anche la sua collaborazione con Giorgio Calabrese nella scrittura di alcune canzoni in lingua genovese, interpretate e rese note sia da Natalino Otto che da Bruno Lauzi. Perché le origini restano le origini.