Fondazione Musica per Roma, ente che gestisce Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone e Casa del Jazz, chiude il 2022 con risultati record che sottolineano il ritorno alla piena attività dopo l’esperienza pandemica, con una crescita del 64% degli spettatori e un incremento delle attività del 114% rispetto all’anno precedente (sono 1.077 gli eventi organizzati nel 2022).
In sintesi, l’anno registra tre record storici: fatturato di oltre 28 milioni con quota di autofinanziamento del 65,49%, spettatori paganti oltre le 380mila persone e incasso da bigliettazione che sfiora gli 11 milioni.
Alla base di questa forte crescita dell’attività ci sono le scelte strategiche operate in questi anni, finalizzate a una riorganizzazione del palinsesto che ha valorizzato l’offerta complessiva, differenziando e ampliando i pubblici e operando attraverso una programmazione di lungo periodo, risultata premiante.
Come sottolineano sia il Collegio dei Revisori dei Conti che la società di revisione contabile e che hanno rilasciato parere positivo sul bilancio, alcuni fattori esogeni e imprevedibili hanno generato un livello di costi crescenti non dipendenti da scelte aziendali, portando a una perdita di circa 480mila euro, dato dovuto alle conseguenze economiche e finanziarie dell’incremento dei costi energetici collegati alla crisi russo-ucraina. L’incremento totale dei costi energetici, al netto dei ristori governativi di circa 200mila euro, è stato di circa 1 milione.
I trend positivi relativi al successo dell’attività della Fondazione Musica per Roma si confermano anche nei primi cinque mesi del 2023, con dati favorevoli che lasciano prevedere un esercizio con miglioramento significativo dei margini sul 2023. In crescita, rispetto al 2022, sia i ricavi (+ 57%) che il pubblico, incrementato del 31% rispetto allo stesso periodo (si passa da 145mila spettatori dei primi 5 mesi del 2022 ai 190mila del 2023).
Sotto il profilo dei costi, in particolare di quelli energetici e di quelli legati al personale, si registra inoltre quest’anno un andamento molto meno oneroso rispetto all’esercizio precedente, che dovrebbe sostanziarsi a fine anno in un risparmio di oltre mezzo milione di euro sui costi energetici e di oltre 200mila sul personale, a seguito del processo di riorganizzazione interna implementato negli ultimi anni dall’attuale Cda.
«Il 2022 è stato l’anno del paradosso, perché i risultati mai ottenuti prima, come testimoniano i record di fatturato, incassi, e spettatori oltre l’eccezionale quota di autofinanziamento, sono stati neutralizzati dalla crisi della guerra in Ucraina», commenta Daniele Pitteri, amministratore delegato della Fondazione Musica per Roma.
Il conflitto «ha fatto schizzare i prezzi energetici determinando costi esogeni esagerati e inattesi e una chiusura di bilancio col segno meno. Per fortuna, i dati di questi primi mesi del 2023 lasciano ben sperare in un altro anno eccezionale per la Fondazione, che prosegue le scelte strategicamente valide degli ultimi anni, da cui ci aspettiamo risultati conformi alla qualità della proposta artistico-culturale, sempre più in grado di intercettare e anticipare le richieste di pubblici eterogenei e allargati».