Adidas non riesce a ottenere dal Tribunale di New York il congelamento dei 75 milioni di dollari pagati a Ye, rapper precedentemente noto come Kanye West (nella foto Ansa), per la commercializzazione delle scarpe Yeezy. Nel corso dell’udienza tenutasi martedì, il giudice distrettuale statunitense Valerie Caproni di Manhattan ha respinto le argomentazioni di Adidas che chiedeva un ordine restrittivo temporaneo per garantire che i fondi rimanessero disponibili mentre la controversia con Kanye West – relativa alla rottura della loro partnership a causa delle di lui dichiarazioni antisemite – continua in sede di arbitrato.
La multinazionale dello sportswear aveva citato notizie di stampa secondo cui Yeezy potrebbe scivolare verso l’insolvenza, sostenendo che i fondi erano a rischio. Ma Caproni ha detto che l’azienda non ha presentato alcuna prova a sostegno di questa affermazione «al di là delle speculazioni dei tabloid». Adidas non avrebbe poi dimostrato che subirebbe un «danno irreparabile» se i fondi non venissero congelati.
Al giudice sembra probabile che l’Adidas alla fine riuscirà a ottenere il recupero dei 75 milioni di dollari nell’arbitrato, dove l’azienda sostiene che Ye ha violato il proprio contratto facendo commenti antisemiti. Tuttavia non ci sarebbero i presupposti di legge per ottenere un ordine restrittivo sul denaro.
Al’’udienza di martedì davanti al giudice Caproni, un avvocato di Ye ha dichiarato che il contratto di partnership prevedeva che Yeezy ricevesse 100 milioni di dollari all’anno da Adidas in rate trimestrali. Non è chiaro se i 75 milioni di dollari che Adidas ha chiesto di congelare facciano parte di questo pagamento annuale, ma l’azienda sostiene che i fondi sono limitati a scopi di marketing.