Il panorama della musica elettronica italiana si arricchisce di una nuova label: dall’incontro fra Asian Fake e Lele Sacchi nasce Stolen Goods Records, etichetta discografica rivolta al sound dance ed elettronico, roba pensata per scuotere i bassi dei sound system. Stolen Goods Records è un progetto creato per i club da chi clubber non ha mai smesso di esserlo.
Asian Fake si è contraddistinta in questi anni come casa discografica capace di proporre un pop raffinato, pieno di contaminazioni urban e al tempo stesso di grandi potenzialità in chiave di classifica, con progetti come Coma Cose e Venerus. Lele Sacchi, da metà anni Novanta promuove sound tra i più originali della dj culture, tanto da essere riuscito a imporsi come icona del pubblico italiano (Milano in primis) e internazionale. Stolen Goods Records debutta con «Volume Zero», 12 tracce di altrettanti artisti per un album che vuole offrire una prima chiave di lettura sul gusto sonoro della nuova etichetta, distribuita da Sony Music Italy.
Stolen Goods significa cose rubate, come da tradizione nell’arte d’avanguardia e nel mondo di dj e clubbers: quando il tuo mondo non è rappresentato, te lo crei da solo, tagliandolo e cucendolo su di te. L’immaginario e il rifermento estetico vanno nella direzione delle cassette mixate e duplicate, dei cd masterizzati e lanciati dalle consolle, dei rave illegali, dei re-edit e dei bootleg prodotti «dj’s only».
C’è Bawrut e la sua dance elettronica che parte da radici indie, le stesse che condivide Plastica , figlia della recente bedroom producer culture. C’è Dj Rocca, celebre resident del Maffia di Reggio che ha portato in Italia la vera club culture anni Novanta. C’è la colorata visione footwork dei fantasiosi Funk Rimini e la techno di Elisa Bee, artista nota anche per il lavoro di primo piano svolto con affermate etichette di genere come Unknown to the Unknown o Truncate. Nic Sarno torna all’elettronica con un sound ipnotico e affascinante dopo aver prodotto tanto hip-hop di successo. L’old school si prende il proprio spazio con Artizhan, forse il migliore producer che abbiamo in Italia, fresco di uno splendido e applaudito album.
La nuova scuola house italiana, già emigrata a Berlino, è ben rappresentata da Ruff Stuff e dal suo treno espresso di beats su cui vola una voce eterea e sensuale. Rogue D, una certezza già transitata per scuderie mondiali come Defected e Hot Creations, ripesca un vecchio brano della leggenda della house di Chicago Tyree Cooper e lo modernizza per le piste 2022. Industrial ci porta nell’altra metropoli del Midwest, Detroit, con una potenziale hit electro. Non poteva mancare un tributo al drum’n’bass, genere ritornato al centro delle piste, realizzato da Sickarone. Il contributo alla tracklist di Lele Sacchi è una mina che unisce bassline modernissime a un classico coro afro.