La prima battaglia del suo mandato è vinta. Mogol, a 24 ore dalla sua elezione a presidente di Siae, si è messo su un volo per Strasburgo e, accompagnato dal direttore generale Gaetano Blandini, è andato in pressing sugli europarlamentari italiani intenti a votare la direttiva Copyright. Incontri, sottolineature, strette di mano a ripetizione (nella foto l’incontro con il presidente del Parlamento Ue Antonio Tajani). Quando oggi è arrivato il disco verde dell’Europarlamento sulla riforma del copyright, il paroliere più celebre dell’italico canzoniere di musica leggera non ha nascosto la sua soddisfazione: «Oggi la cultura ha vinto sui soldi. Stabilire delle regole non significa soffocare la libertà, come i giganti del web vogliono sostenere, senza pagare tasse e guadagnando cifre miliardarie. Loro hanno i miliardi, noi però abbiamo ragione e sono contento che gli Europarlamentari l’abbiano capito. Ringrazio in particolare il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani per il suo impegno in difesa della cultura e della creatività. Il diritto d’autore non è una barriera al progresso ma un sostegno alla creatività. Gli autori producono cultura: la cultura è il seme della democrazia, della tolleranza, della libertà di pensiero. Senza cultura del rispetto dei diritti di chi crea, scomparirebbero gli autori del presente e non ci sarebbero autori nel futuro. Se parliamo di censura, vuol dire che c’è molta disinformazione», ha aggiunto ancora Mogol. «Di quale mancanza di libertà parliamo? Se entro in un ristorante a mangiare, non posso uscire senza pagare il conto. Serve rispetto per la creatività, perché senza creatività come si può vivere?. Non ho nessuna intenzione di fare guerra al governo», spiega commentando la pressa di posizione del vicepremier Di Maio che ha annunciato battaglia contro l’approvazione della riforma. «E in passato quando mi è stato chiesto cosa ne pensassi ho risposto che va lasciato lavorare, altrimenti diventa un pregiudizio. Ma come presidente della Siae, e come artista, ho il dovere di difendere i giovani creativi.
L’intera filiera della musica ha accolto con favore le notizie che arrivavano da Strasburgo. Per Enzo Mazza, presidente di Fimi, l’associazione confindustriale delle major discografiche, «il Parlamento europeo oggi ha scelto la cultura: un grande passo per lo sviluppo dell’industria musicale e degli artisti nell’era digitale. Ora ci aspettiamo che il Governo italiano appoggi il testo bilanciato approvato oggi nel negoziato che si svolgerà nel Consiglio europeo». Giudizio favorevole anche da parte di Ifpi, l’associazione internazionale del fonografici che «si unisce agli altri membri della comunità creativa nel ringraziare il Parlamento europeo per il lavoro svolto su questa proposta nelle circostanze più difficili e si congratula con il relatore Axel Voss, deputato al Parlamento europeo, per una prestazione eccezionale. Ora siamo impazienti di lavorare con le tre istituzioni nel prossimo trilogo per garantire che il Value Gap sia effettivamente chiuso». Per il presidente dell’Associazione Fonografici Italiani Sergio Cerruti, «si tratta di una vittoria per la cultura e la tutela della proprietà intellettuale e ci tengo a ringraziare tutti i colleghi che hanno lavorato a questa importante conquista».