Più soldi per lo streaming all’estero: accordo tra major e artisti americani

Meglio un accordo sofferto che cause giudiziarie che ti piovono addosso. Devono esserci anche valutazioni di questo tipo dietro l’intesa sullo streaming che le major hanno appena sottoscritto con Sag Aftra (Screen Actors Guild – American Federation of Television and Radio Artists), potentissima corporazione che negli Usa riunisce qualcosa come 160mila associati tra dj, giornalisti, attori, ballerini e autori di contenuti radiotelevisivi. Quest’ultima, secondo quanto rivela il giornale specializzato britannico Music Business Worldwide, ha condiviso con le grandi case discografiche la ratifica di un nuovo codice deontologico nazionale per le registrazioni sonore (Sound Recording Code) riguardante lo streaming online e il download digitale non permanente. Un accordo che si può tradurre in più soldi e contributi pensionistici agli autori per i profitti realizzati oltre il confine degli Stati Uniti. Tra i sottoscrittori dell’accordo ci sono Sony Music Entertainment e alcune controllate di Warner Music Group e Universal Music Group. E non è un caso: proprio per i profitti realizzati all’estero attraverso piattaforme come Spotify e Apple Music, in questi mesi è capitato che le major si ritrovassero citate in giudizio da associazioni di categoria degli artisti americani.

 

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