Acque agitate in Canada dove praticamente tutte le piattaforma di streaming fanno blocco e criticano la nuova legge che impone loro di versare il 5% delle loro entrate a sostegno di contenuti canadesi.
«Siamo profondamente preoccupati per la decisione di imporre una tassa discriminatoria sui servizi di streaming musicale che stanno già dando un contributo significativo agli artisti e alla cultura canadese», ha dichiarato Graham Davies, presidente della Digital Media Association. «Lo streaming è la principale fonte di guadagno e motore di crescita per la musica in Canada, a beneficio dell’industria, dei creatori di contenuti, dei fan e dei consumatori. E questo è di fatto un sussidio protezionistico per la radio». La Dima rappresenta, tra gli altri, Amazon Music, Apple Music e Spotify.
L’Online Streaming Act canadese, una nuova legge promulgata nel 2023, ha ampliato i poteri dell’ente federale di regolamentazione delle trasmissioni e delle telecomunicazioni – la Canadian Radio-television and Telecommunication Commission (Crtc) – fino includere i contenuti online.
In uno dei primi cambiamenti normativi previsti dalla legge, la Crtc ha annunciato che, a partire dal primo settembre di quest’anno, tutti i fornitori di servizi digitali (Dsp) non affiliati a un’emittente canadese che abbiano un fatturato di almeno 25 milioni di dollari canadesi (18,3 milioni di dollari) all’anno in Canada dovranno contribuire con il 5% di tale fatturato a una serie di programmi volti ad aiutare i creatori di contenuti canadesi. Le regole fanno eco a requisiti simili che sono stati imposti alle emittenti canadesi per decenni (foto Afp).
A voler guardare il bicchiere mezzo pieno, il Canada è sempre stato un bacino importante per la musica internazionale. Che si parli di vecchi leoni come Neil Young, Leonard Cohen e Joni Mitchell o di artisti urban di punta come Drake.