Ai Marlene Kuntz il premio Peppino Impastato

Ai Marlene Kuntz il 14esimo premio Peppino Impastato. La band cuneese (nella foto) che ha più volte omaggiato il giornalista e attivista anti-mafia assassinato nel 1978 si è aggiudicato il riconoscimento istituito nel 2011 dalle associazioni “Casa Memoria Impastato” e “Musica e Cultura”. Premiati anche l’associazione “A Nome Loro” per l’evento-concerto organizzato nei luoghi del boss Matteo Messina Denaro e lo spettacolo “Il Mare a Cavallo”, dedicato a Felicia Bartolotta Impastato, scritto da Manlio Marinelli, interpretato da Antonella Delli Gatti e diretto da Luca Bollero.

La premiazione si svolgerà l’8 maggio, alla vigilia dell’anniversario della morte di Peppino Impastato presso lo storico cinema Alba di Cinisi. Durante la serata, presentata da Martina Martorano sarà presentato anche il documentario “Male Nostrum” di Fabio Masi, realizzato in collaborazione con Amnesty International, con la partecipazione di Francesca Corbo (Amnesty International Italia) e Vito Fiorino (pescatore di Lampedusa).

Il Premio Peppino Impastato è un tributo al coraggio, all’impegno civile e culturale di Peppino Impastato, giovane dirigente di Democrazia proletaria brutalmente assassinato dalla mafia il 9 maggio 1978 lo stesso giorno del ritrovamento del cadavere di Aldo Moro.

«Ogni anno, a Cinisi – afferma Salvo Ruvolo, dell’Associazione Musica e Cultura – il premio viene conferito in occasione delle iniziative dedicate al suo ricordo, individuando gli artisti il cui percorso creativo e culturale è contraddistinto da un forte impegno etico e sociale. Questi artisti, attraverso la loro opera, promuovono valori universali di uguaglianza, pacifismo, ecologia e libertà, pilastri fondamentali per il rinnovamento sociale e culturale».

Nelle precedenti edizioni il Premio è già stato assegnato a illustri figure del panorama culturale e artistico, tra cui l’attore Ascanio Celestini, i cantanti Carmen Consoli e Alessandro Mannarino, il sassofonista e compositore Daniele Sepe, la comica Teresa Mannino e molti altri.

«Il premio – spiega Ruvolo – si ispira all’antimafia sociale, movimento di cui Peppino e i suoi compagni furono esponenti di spicco e mira a sostenere un’arte che sia espressione di una coscienza sociale attiva e impegnata contro la mafia e per la difesa dei valori Costituzionali dell’antifascismo e del rifiuto della guerra».