Diritti connessi, la raccolta di Scf chiude a 50,8 milioni distribuiti

È stato approvato il bilancio 2023 di Scf, la principale organizzazione di gestione collettiva dei diritti connessi musicali italiana, che si è chiuso a 50,8 milioni di diritti distribuiti a soci, mandanti e collecting degli artisti, all’insegna di un aumento del 25% delle ripartizioni totali e una crescita del 48% delle ripartizioni del segmento dei produttori.

Dopo gli anni della ripartenza, il 2023 si è dimostrato decisamente positivo per la raccolta dei compensi nonostante l’andamento macroeconomico del Paese, che ha segnato un rallentamento nella crescita del Pil, un’invarianza nei consumi – ancora al di sotto dei valori complessivi del 2019, come rileva Confcommercio – e una crescita dell’inflazione.

Dopo aver recuperato i volumi pre-pandemici nell’esercizio precedente, continua infatti la crescita di Scf anche nell’area dell’incasso dei diritti connessi, che segna un importante + 20 per cento.

Anche la copia privata distribuita da Scf è salita del 41% nel 2023, per un totale di quasi 13 milioni di euro versati agli aventi diritto.

Si tratta di risultati rilevanti che collocano Scf al settimo posto del ranking globale (con una crescita di due posizioni rispetto all’anno precedente) in un mercato che, secondo Ifpi, rappresenta quasi il 10% dei ricavi complessivi della musica registrata e nel 2023 ha generato 2,7 miliardi di dollari a livello globale: la crescita di Scf è stata ampiamente superiore alla performance media del resto della top ten. Si tratta di una posizione autorevole che ha permesso di adottare delle misure di trasparenza e attenzione, dai variegati interventi in favore di mandanti e utilizzatori danneggiati dalla pandemia alla nuova riduzione dell’aggio dal 19% al 17% avviata nel 2024.

Prosegue inoltre la crescita di Scf in termini di produttori associati (oggi pari a 531, un numero in crescita del 4% rispetto al 2022) e del bacino catalogico di 31,5 milioni di brani di alta qualità (+1,5 milioni rispetto all’anno precedente). Rilevanti in questo contesto sono anche gli accordi internazionali stipulati dalla collecting, che sono pari a 29, e i mandati gestiti nei limiti ricevuti da parte di altre società di collecting, pari a sei.

«Nonostante le incertezze di mercato, siamo molto orgogliosi di poter offrire un flusso costante e crescente di entrate ai nostri mandanti: gli oltre 50 milioni di euro ripartiti sono una fetta importante per l’intero settore dell’industria discografica rappresentando la seconda fonte di ricavi dopo lo streaming con un peso del 16,5%», dichiara Mariano Fiorito, direttore generale di Scf (nella foto). «Anche l’aumento di 3 punti della percentuale di ripartizione analitica dei ricavi ritengo sia un passo in avanti fondamentale per la tutela dei diritti, per la fiducia dei nostri mandanti e per garantire maggiore trasparenza ed efficienza anche attraverso nuovi investimenti in soluzioni It innovative, per sfruttare al meglio le future opportunità di crescita».

E aggiunge: «Un altro risultato importante è legato alla ripartizione analitica nel segmento del broadcasting, cresciuta di 4 punti percentuali, portando a una gestione praticamente completa dello scenario, come evidenziano d’altronde i 1.400 rendiconti analitici del 2023: a rimanere fuori sono solamente le radio con compensi talmente esigui da renderne controproducente la ripartizione stessa». In occasione dell’approvazione del bilancio è stato inoltre rinnovato per il prossimo triennio il Consiglio di amministrazione (comprendente Andrea Cotromano, Corrado Filpa, Alessandro Massara, Gianluca Pojaghi, Raffaele Razzini), il presidente Enzo Mazza e nominato il nuovo vicepresidente Mario Limongelli.