Taylor Swift, l’esclusiva con Singapore «blocca» il summit asiatico

Taylor Swift si prende la scena all’Asean, vertice di dieci nazioni del Sudest Asiatico riunito a Melbourne per discutere su temi centrali della geopolitica di quell’area come la crisi umanitaria del Myanmar e l’alta conflittualità nel Mar Cinese Meridionale. Con tutto quello che bolle in pentola, il primo ministro di Singapore Lee Hsien Loong ha comunque dovuto difendersi, a margine del vertice, a proposito dell’accordo esclusivo che la sua città-stato ha stretto con il management dell’artista americana che impedisce a Taylor Swift di portare il suo «Eras Tour» in qualsiasi altro paese del Sudest asiatico.

La cantante, nel 2023 Ifpi Global Recording Artist per il quarto anno consecutivo, ha in calendario sei concerti a Singapore fino al 9 marzo (nella foto Reuters) e alcuni paesi della macroarea lamentano che l’accordo con Singapore li priva del boom turistico che i concerti della Swift porterebbero. Lo «Eras Tour» ha stracciato ogni record quando superando il miliardo di dollari di ricavi l’anno scorso e l’adattamento cinematografico del tour ha rapidamente raggiunto il primo posto al botteghino, diventando il film concerto che ha incassato di più fino a oggi.

Il premier di Singapore ha confermato che la Swift ha ricevuto «alcuni incentivi» in cambio dell’esclusiva. Lee ha difeso l’accordo nel corso di una conferenza stampa congiunta con il primo ministro australiano Anthony Albanese, che si è autoprofessato Swiftie: il suo ultimo Spotify Wrapped annovera Taylor Swift come secondo artista più ascoltato del 2023.

Lee non ha rivelato il costo dell’accordo esclusivo, che è stato pagato da un fondo governativo istituito per ricostruire il turismo dopo le perturbazioni del Covid-19. «Si è rivelato un accordo di grande successo. Non lo vedo come un atteggiamento ostile» nei confronti degli altri paesi dell’area, ha detto Lee.

Il primo ministro thailandese, Srettha Thavisin, ha attirato l’attenzione sull’accordo a febbraio, affermando pubblicamente che un promotor gli aveva detto che il governo di Singapore aveva sovvenzionato il concerto a condizione che l’artista non suonasse in nessun’altra parte del Sudest asiatico.

Thavisin ha detto che se avesse saputo dell’accordo prima, sarebbe stato in grado di fare un’offerta simile. Ma la Thailandia non ce l’ha con Singapore, ha assicurato Prommin Lertsuridej, segretario generale del primo ministro.