Il jazz è come la vela (lo dimostra la «ricerca» di Angelo Gregorio)

Cos’hanno in comune fare jazz e andare in barca? Più di quanto possiate immaginare: lo dimostra Angelo Gregorio (nella foto), jazzista salernitano che vive e lavora in Belgio, velista per passione e autore della ricerca «Jazz sailor», prima «ricerca creativa» sulle similitudini nelle competenze che si sviluppano nei due ambiti. Lo studio – che sarà presentato giovedì 29 febbraio alle ore 18.30 al Club Velico Salernitano (porto turistico Masuccio, Salerno) con la partecipazione straordinaria del maestro Cyranò Vatel alla chitarra – si propone di comporre una rotta musicale ispirata dalla ricerca stessa con la pubblicazione di un saggio breve.

I dati sono stati raccolti attraverso un questionario online e interviste a personalità di spicco del mondo velico e jazzistico: 172 su 300 sono le compilazioni effettuate e la maggior parte evidenzia interessanti tendenze e similitudini. Le interviste condotte con dieci personalità del mondo velico (Marcello Meringolo, allenatore del Gan Gruppo Nazionale Agonistico classe Optimist; Marina Leva e Fabio Portesan, velisti, conduttori del programma Tv Vele all’Orizzonte e Paola Verrucchi, velista che ora compie in solitaria il giro d’Italia nonché  docente all’Uni di Firenze in meccanica quantistica) e jazzistico (Pietro Condorelli, musicista jazz e docente al conservatorio di Napoli, e Bruno Castellucci, batterista storico di Toots Thielemans) hanno fornito ulteriori approfondimenti.

La metodologia adottata combina l’analisi statistica con l’approccio creativo; le domande mirate e l’uso di strumenti come il mind mapping e la ricerca permettono di esplorare i principali filoni di connessione. In particolare con il mind map, Angelo Gregorio usa le informazioni raccolte come base per le sue composizioni; trasforma le diverse tematiche e atmosfere emerse in motivi melodici, ritmici, armonici e timbrici, creando così un paesaggio sonoro.

Sette, come le note, sono i punti salienti emersi fino a oggi: la «Creatività e pensiero laterale», perché entrambe le discipline richiedono la capacità di pensare in modo non convenzionale e di generare soluzioni originali ai problemi; «Problem solving consapevole», perché sia velisti che jazzisti valorizzano l’importanza di affrontare le sfide in modo strategico e consapevole; «Autonomia e auto-leadership», perché l’autonomia nel prendere decisioni e nella risoluzione dei problemi è fondamentale sia nella vela che nel jazz; «Introspezione e auto-consapevolezza», perché entrambe le discipline incoraggiano la riflessione sul sé e le proprie esperienze; «Connessione con la natura e astrazione», perché la connessione con la natura è centrale sia nella vela che nella musica jazz, offrendo ispirazione e prospettive più ampie sulla vita; «Espansione della zona di comfort e crescita personale», perché entrambe le discipline incoraggiano i praticanti a superare i propri limiti e ad affrontare nuove sfide per crescere e progredire; «Disciplina e autocontrollo», perché la disciplina è una qualità fondamentale sia per l’attività velica sia per quella jazzistica.