La musica reggae porta un po’ di vita nel box office di Stati Uniti e Canada, dopo un fine settimana nero e altri assai modesti. «Bob Marley: One Love», film che la Paramount ha portato nelle sale il giorno di San Valentino, è il film più visto del weekend, con un incasso di 27,7 milioni di dollari. Sono 51, se si comincia a contare da mercoledì. Un esordio di tutto rispetto per il biopic diretto da Reinaldo Marcus Green che il 22 febbraio arriva in Italia grazie a Eagle Pictures.
Il re del reggae si assesta su cifre analoghe a quelle dei film sulle leggende della musica: supera «Rocketman» della Paramount, che al debutto nell’estate precedente alla pandemia aveva staccato biglietti per 25,7 milioni di dollari, e non è lontano dai 31,2 milioni guadagnati nel primo fine settimana da «Elvis» della Warner Bros, nel 2022.
Uno dei tanti figli dell’artista scomparso nel 1981, Ziggy Marley, è tra i produttori del film e si è detto soddisfatto dell’accoglienza nelle sale: «Come la musica di mio padre, questo film porta un messaggio di pace, amore e unità che tocca il pubblico di tutto il mondo», ha scritto in un comunicato.
Interpretato da Kingsley Ben-Adir e Lashana Lynch nei ruoli del protagonista e della moglie Rita, «Bob Marley: One Love» fa il suo dovere al box office anche se in molti casi ha lasciato tiepidi critica e fan.
Per anni sono arrivate a Ziggy Marley e alla sua famiglia idee su come trasformare la vita dell’icona del reggae in un film. Ma non c’era mai stata la sensazione giusta, fino a quando, qualche anno fa, hanno deciso di essere loro stessi i promotori dell’operazione.
«È stata solo una sensazione», ha dichiarato Ziggy Marley. «Abbiamo esplorato la cosa senza sapere che volevamo assolutamente farlo, perché dovevamo essere sicuri che le persone con cui l’avremmo fatto fossero quelle giuste. Persone che rispettassero quello che volevamo fare, la cultura, l’autenticità che volevamo».
Alla fine hanno trovato i partner giusti. Ma è stata una scommessa per tutti: per la Paramount Pictures e gli altri produttori, che volevano fare la cosa giusta per la storia di Bob Marley, la sua musica e il suo messaggio e temevano contraccolpi negativi in caso contrario; per Kingsley Ben-Adir che si è calato nei panni di un’icona; per la famiglia e gli amici che hanno tirato fuori i loro ricordi per una storia più intima; e per un regista, Reinaldo Marcus Green, che ha dovuto riunire tutto insieme e farlo «suonare».
I primi segnali indicano che per il pubblico cinematografico ha funzionato. «È una conferma così gratificante dell’obiettivo che ci eravamo prefissati», ha dichiarato Mike Ireland, co-presidente del Paramount Motion Picture Group. «Il pubblico è l’arbitro ultimo di ogni film e di tutto ciò che mettiamo al mondo. E avere una risposta del genere? È semplicemente fantastico».
Il film si concentra su un periodo specifico della vita di Bob Marley, dal 1976 al 1978. Durante quel periodo di turbolenze politiche in Giamaica, la leggenda del reggae è sopravvissuta a un attentato, ha prodotto il suo album fondamentale «Exodus» in un esilio di 18 mesi a Londra, gli è stato diagnosticato un cancro ed è tornato in Giamaica per riunirsi alla sua famiglia e organizzare il famoso concerto «One Love».
Ziggy Marley (nella foto Ap con Kingsley Ben-Adir) si definisce «un tipo da film. Il mio obiettivo egoistico era quello di avere un film che avesse intrattenimento e azione. Ho detto loro: «Non voglio un film noioso. E questo periodo è stato il più attivo e divertente».
La storia e la sceneggiatura sono state ricavate dai racconti di Ziggy Marley e della vedova Rita Marley, interpretata nel film da Lashana Lynch, e di altre persone che lo conoscevano bene. Le riprese sono state effettuate nel Regno Unito e in Giamaica, dove si è lavorato con personale del posto, spesso e volentieri legato a Bob Marley.
Per Green, una delle sfide più grandi di un film di «One Love» è stata quella di riuscire a rendere il linguaggio creolo corretto e a farlo sembrare reale senza annacquarlo. Si trattava, ha detto, di fare essenzialmente un film in lingua straniera, ma senza sottotitoli. È solo uno dei modi cruciali in cui il cast e la troupe, in gran parte giamaicani, hanno aggiunto consistenza e legittimità al tutto.
«Il nostro cast è composto, direi, per il 98% da giamaicani», ha detto Green. «Abbiamo anche dei veri musicisti. Questo crea una sensazione di autenticità. Non sembra di guardare degli attori che cercano di suonare la musica. C’è musica vera fatta da musicisti veri».
Lo studio e la produzione si sono appoggiati molto al governo locale e alla Film Commission per le riprese a Trench Town e per ricreare la casa di Bob Marley esattamente com’era. «Per una cosa del genere bisogna prima ottenere la benedizione del popolo giamaicano, sapete?», ha detto Ziggy Marley. «Non avremmo potuto farlo senza la Giamaica».