Istituire al più presto in Regione Lombardia un fondo integrativo straordinario per i lavoratori dello spettacolo che e sia mirato a sostenere gli addetti subordinati o intermittenti che non possono accedere agli ammortizzatori sociali tradizionali.
La proposta, contenuta in un ordine del giorno alla legge di Bilancio della Regione Lombardia il cui esame consiliare parte oggi, arriva dal gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e porta la firma del consigliere Onorio Rosati (nella foto al centro). E arriva, ironia della sorte, all’indomani dalla polemica sugli aiuti ai lavoratori dello spettacolo sollevata da Fedez nei confronti del governo Meloni. Quattro le proposte cui il gruppo consiliare vorrebbe trovare casa nella nuova legge di Bilancio lombarda.
Si parte dalla necessità di «sostenere economicamente le micro, piccole e medie imprese che operano nel settore dello spettacolo, del teatro e dell’audiovisivo». Ma il nodo centrale è «istituire un fondo integrativo straordinario per i lavoratori dello spettacolo, del teatro e dell’audiovisivo che anticipi le proposte che si stanno elaborando a livello nazionale da professionisti e professioniste del settore, sindacati e istituzioni culturali e sia mirato a sostenere i lavoratori subordinati o intermittenti che non possono accedere agli ammortizzatori sociali tradizionali».
Per far fronte ai problemi di settore si punta anche alla costituzione di un «tavolo regionale permanente con Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom e i rappresentanti dei lavoratori dello spettacolo, del teatro e dell’audiovisivo che si occupi di individuare soluzioni per i comparti che riguardino in particolare la congrua retribuzione dei lavoratori, un corretto utilizzo dei fondi assegnati, una efficiente e deburocratizzata assegnazione dei bandi, sostegni economici e un censimento di tutte le realtà regionali».
In ultimo, l’ordine del giorno propone anche l’apertura di «uno sportello nei centri per l’impiego per i lavoratori dello spettacolo, del teatro e dell’audiovisivo» così da offrire servizi stabili ai lavoratori della filiera. L’azione che la Regione Lombardia andrebbe a intraprendere, qualora quest’ordine del giorno entrasse in Legge di Bilancio, sarebbe di supporto alle misure messe in campo dal governo centrale, su cui tra l’altro le organizzazioni sindacali si sono mostrate critiche. D’altra parte, la Lombardia «è la regione – si legge nel testo – dove opera il numero più alto di lavoratori del settore, circa 90mila. Un numero pari a più di un quarto dei lavoratori dello spettacolo italiani. I due terzi di loro hanno un contratto di lavoro dipendente, mentre circa un terzo sono lavoratori autonomi».
Secondo il consigliere Rosati, «le risorse finora destinate dal governo centrale per i lavoratori di settore sono inadeguate e noi, come Regione Lombardia, non possiamo restare a guardare. Abbiamo per questo pensato a un fondo integrativo, non sostituivo, rispetto alle misure nazionali».
C’è speranza di trovare convergenze con la maggioranza? «Se dovessi giudicare sulla base dell’iter di approvazione del Piano triennale per la cultura, direi di no. In quell’occasione il nostro gruppo ha votato contro, perché nel piano non c’era attenzione né tanto meno citazione al tema lavoro. Ci fu risposto che il lavoro non era di competenza della commissione Cultura. Adesso però siamo in sede di approvazione di Bilancio e cambia tutto. Purtroppo sarà un Bilancio ingessato, ne siamo consapevoli: non è un caso se, nella nostra proposta, per ora non abbiamo scritto cifre precise. Vale la pena provare a introdurre un principio generale. Mettiamola così: questo Odg è un investimento sulla cultura, ancora non quantificato. Ci sarà tempo e modo per trovare le risorse», conclude Rosati. Intanto si prova a far passare il principio.