Spettacolo, Slc Cgil sfida il governo: «La giusta riforma è un’altra»

«La fortissima sottovalutazione del Governo della specificità del mondo dello Spettacolo emerge chiaramente dall’ultima misura adottata». Lo ha sostenuto stamane di fronte a 200 delegati e 30 associazioni di settore la segretaria nazionale Slc Cgil Sabina Di Marco che, in occasione dell’iniziativa «Spettacolo: la giusta riforma, adesso!», ha bocciato il provvedimento varato tre giorni fa dal Consiglio dei Ministri sull’indennità di discontinuità. Il testo approvato, per Di Marco, ha assunto «una forma molto distante da ciò che, a partire dal fermo imposto dalla pandemia, i lavoratori reputano irrinunciabile».

Unanime è salita dal parterre del Centro Congressi Frentani (foto di Matteo Oi) la richiesta di ascoltare le ragioni del lavoro nello spettacolo, evitando di intervenire in modo «insufficiente e approssimativo». Per Slc Cgil «lo spettacolo va inteso come sistema e, in quanto tale, deve prevedere gli strumenti necessari a dare risposte a: individuazione oggettiva della composizione della platea, emersione dal nero, formazione riconosciuta, parametri coerenti ai fini della previdenza».

Ad affliggere il comparto c’è anche il problema dei contratti a oggi in gran parte aperti e su cui il Sindacato dei Lavoratori della Comunicazione della Cgil vuole introdurre le innovazioni indispensabili a governare, tra l’altro, il prepotente protagonismo dell’intelligenza artificiale.

«L’ideologia secondo cui “basta il mercato” ha fatto il suo tempo», ha affermato Fabrizio Solari, segretario generale Slc-Cgil. «Il mondo interconnesso in cui viviamo sta rivoluzionando tutte le professioni, comprese quelle dello spettacolo e della cultura. Non si può sfuggire a un’adeguata regolamentazione», ha scandito il sindacalista, «pena condannare il sistema Italia alla marginalità».

Nell’intervento conclusivo, Maurizio Landini, segretario generale Cgil, ha insistito sulla stretta relazione che lega le lotte del lavoro e il mondo della cultura. «Un legame che, dal dopoguerra a oggi», ha detto Landini, «ha assicurato al Paese una forte crescita sociale e civile, motivata dall’obiettivo comune di trasformare il modello economico e i rapporti tra le persone».

Sul tema, in mattinata, è tornato a esprimersi anche il sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi: «Le lavoratrici e i lavoratori dello spettacolo potranno finalmente beneficiare dell’indennità di discontinuità, uno strumento di supporto economico su cui contare stabilmente ogni anno. Un provvedimento strutturale e continuativo mai realizzato prima, che, in riferimento al 2023, prevede uno stanziamento di 100 milioni di euro e punte massime di contributi pari a 4 mila euro per lavoratore. Stiamo attendendo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, occorrerà poi affrettarsi a presentare le domande entro il prossimo 15 dicembre 2023. Qualcuno si lamenta? È curioso».