Spotify vola in borsa dopo i tagli (e cancella due podcast)

Spotify ha registrato un’impennata del 7,5% a Wall Street dopo aver annunciato il terzo ciclo di licenziamenti di quest’anno. Gli investitori condividono, insomma, la linea di ottimizzazione della gestione varata del fondatore e ceo del colosso svedese Daniel Ek. Che si porta dietro anche un aggiustamento del tiro sul versante podcast: Spotify cancella infatti anche due format acclamati dalla critica, «Heavyweight» e «Stolen», nell’ambito della ritirata strategica dalle produzioni interne.

Entrambi i podcast completeranno le stagioni in corso, fa sapere la società. I produttori saranno poi liberi di acquistare gli spettacoli. «Siamo estremamente orgogliosi dei team che hanno sostenuto questi narratori di talento», ha dichiarato Spotify in un comunicato. «Lavoreremo con i creatori degli show per assicurare una transizione senza problemi per la prossima destinazione di queste serie».

Entrambi gli show sono nati dallo studio Gimlet Media di Spotify, che spesso si è concentrato su serie limitate. «Heavyweight», condotto da Jonathan Goldstein, aiuta gli ospiti a liberarsi dai pesi emotivi, mentre «Stolen», condotto da Connie Walker, ha raccontato per due stagioni storie incentrate sulle popolazioni indigene.

Entrambi gli show hanno ricevuto il plauso della critica. L’ultima stagione di «Stolen», dedicata alle scuole canadesi per gli indigeni, ha vinto un premio Pulitzer e un Peabody Award. «Heavyweight», che ha aperto l’ultima stagione a ottobre, è stato appena inserito dal New York Times tra i migliori podcast del 2023.

Le cancellazioni coincidono con i tagli ai posti di lavoro di Spotify che intervengono sul 17% del personale dell’azienda di streaming, ovvero circa 1.500 persone. Spotify ha intrapreso diverse serie di tagli di posti di lavoro dall’ottobre 2022. La piattaforma di streaming sta restringendo il proprio ambito di manovra sui podcast in licenza, come «The Joe Rogan Experience» (il più ascoltato in assoluto ma comunque foriero di problemi come il caso Neil Young) e «Anything Goes With Emma Chamberlain». L’azienda si è ampiamente ritirata dal podcasting dopo aver speso più di un miliardo di dollari per affermarsi in questo segmento.