L’industria musicale italiana alla Camera dei Deputati: nella conferenza promossa da Fimi che si è tenuta mercoledì 17 maggio presso la Camera dei Deputati, il ceo Enzo Mazza ha commentato l’andamento del mercato musicale con l’onorevole Giulio Centemero e i senatori Roberto Marti e Paolo Marcheschi.
Non si arresta la crescita del mercato musicale italiano, che nel 2022 segna +11,1% – più della media globale – e oltre 370 milioni di euro di fatturato: si tratta di ricavi guidati principalmente dallo streaming, che ora rappresenta il 66,7% dei ricavi totali dell’industria discografica italiana, guidati da un aumento del 13,7% degli abbonamenti ai servizi streaming rispetto all’anno precedente.
Un’industria che ha completato la transizione digitale arrivando oggi a generare ricavi per l’83% dal segmento online. Fortissimo anche il ricambio generazionale e la crescita del repertorio locale cresciuto del 20% negli ultimi dieci anni.
«Quello della musica è un settore che, per effetto della trasformazione digitale, ha saputo reagire in fretta sovvertendo le criticità: la democratizzazione è un esempio virtuoso che dimostra come tutti i giovani talenti possano avere successo. Ho avviato anche un’indagine in Commissione per approfondire questo rapporto tra artisti e piattaforme», ha commentato Marcheschi.
«L’industria della musica non ha mai, infatti, avuto paura di evolvere», dichiara Marti. «Occorre essere grati all’evoluzione, seguirla e accompagnarla, anche dal punto di vista legislativo, per comprendere e arginare gli elementi degenerativi anche grazie ai suggerimenti degli esperti del settore».
Le nuove tecnologie stanno cambiando «il business model della musica e i modi per fruirla. Con gli Nft, per esempio, si remunera l’opera d’ingegno direttamente agli artisti. Con il Dl Fintech si apre alla tokenizzazione creando opportunità all’interno di mercati vergini e torneremo presto a parlare di regolamentazione dell’intelligenza artificiale», chiosa Centemero.
Ottimi segnali anche dall’export, che nel 2022 segna un +15% di entrate da royalty avendo generato oltre 22 milioni di euro nel 2022: è un incremento guidato in particolare dai ricavi digitali, in crescita del 12% rispetto all’anno scorso. Lo streaming senza frontiere ha permesso alla musica italiana di raggiungere tanti nuovi territori e fan nel mondo.
Secondo la ricerca Ifpi Engaging with Music, i consumatori italiani hanno speso oltre 20 ore settimanali nell’ascolto della musica nel 2022: il 70% ascolta attraverso il formato audio streaming free e in abbonamento, mentre oltre la metà dei giovani compresi tra i 16 e 24 anni utilizza i servizi di audio streaming a pagamento.
L’esito si riscontra nel grande successo del repertorio italiano: mentre per il terzo anno di seguito la Top Ten Album è stata integralmente dominata dal repertorio locale, in termini di certificazioni il 2022 ha chiuso con un totale di 594 titoli.
In merito ai volumi streaming (free + premium) nel 2022 ben 558 album (+79 rispetto all’anno precedente) hanno superato la fatidica soglia di 10 milioni di streaming: appartengono a 336 artisti in totale (+34 rispetto al 2021). Si tratta di uno scarto sorprendente rispetto ai risultati del decennio precedente: nel 2012 solo 137 album (corrispondenti a 92 artisti) avevano infatti superato l’equivalente soglia delle 10.000 copie vendute (fisico + download).
La digitalizzazione ha sortito un effetto importante anche sull’età media degli artisti presenti nella Top Ten degli Album, registrando un drastico calo del 26.5% dal 2013 al 2022. Tra gli orizzonti futuri Fimi ha identificato l’intelligenza artificiale generativa, un’opportunità e una sfida che se da un lato offre un’ulteriore possibilità per il mercato, dall’altra richiede una regolamentazione che ne favorisca lo sviluppo.