Discografia, perché le previsioni di Goldman Sachs sul 2022 non erano giuste

A chi è appassionato di numeri legati all’industria della musica e alla discografia in particolare non sarà sfuggito un dato: i ricavi mondiali del 2022, secondo l’ultimo Global Music Report di Ifpi, si sono attestati a quota 26,2 miliardi di dollari. Non male dal punto di vista delle dinamiche di incremento anno su anno (+9%), ma meno rispetto a quanto Goldman Sachs – advisor di alcune delle principali quotazioni borsistiche che hanno interessato il settore negli ultimi anni – prevedeva a primavera scorsa. Gli analisti di Goldman Sachs, infatti, immaginavano un 2022 a quota 27,9 miliardi di dollari di giro d’affari discografico, per cui ci sarebbe uno scostamento di 1,7 miliardi di dollari. Non bruscolini. Come mai le previsioni di Goldman Sachs sulla discografia hanno fallito?
Una possibile risposta a questo interrogativo arriva da un’analisi appena pubblicata da Music Business Worldwide. Anzi: due risposte. Tanto per cominciare, il Global Music Report di Ifpi presenta le statistiche annuali dei ricavi in dollari. In ogni rapporto, Ifpi rielabora tutti i dati degli anni precedenti in base ai tassi di cambio dell’ultimo anno. Ciò al fine di ottenere una «valuta costante». Nel caso del 2021 rispetto al 2022, questo approccio ha avuto un impatto importante, a causa della forza insolitamente elevata del dollaro Usa in media rispetto alle altre valute lo scorso anno. Questo spiega in parte perché, nel suo ultimo Global Music Report, Ifpi ha ridotto di quasi 2 miliardi di dollari la cifra dei ricavi globali del 2021 rispetto al valore precedente. Ed è anche uno dei motivi per cui l’Italia è uscita dalla Top 10 dei mercati discografici mondiali, attestandosi all’11esimo posto. Nel Global Music Report dello scorso anno, Ifpi aveva dichiarato che il fatturato globale del settore discografico per il 2021 era di 25,9 miliardi di dollari, nella nuova versione tale cifra è stata ridotta a 24,0 miliardi di dollari.
Poi c’è il tema guerra in Ucraina. Ifpi ha comunicato che si è rivelato difficile determinare dati accurati sul mercato musicale russo per l’anno 2022. Di conseguenza, ha eliminato i ricavi dalla Russia per il 2022 e per tutti gli anni precedenti, ancora una volta nel tentativo di garantire la coerenza dei dati. Non si tratta di un aggiustamento da poco: la Russia l’anno scorso aveva contribuito con oltre 328 milioni di dollari ai ricavi annuali del settore nel 2021. Performance da 13esimo paese al mondo in quanto a contributo ai ricavi dell’industria discografica globale.