Ticketmaster in tilt per Taylor Swift, il dipartimento di Giustizia Usa apre un’inchiesta

Con gli occhi addosso del Dipartimento della Giustizia, si aggrava la posizione di Ticketmaster dopo il devastante flop della piattaforma che ha il quasi totale controllo sugli accessi a concerti, eventi sportivi e altri spettacoli negli Usa. Le vendite dei biglietti al pubblico per il prossimo tour di Taylor Swift in programma venerdì 18 novembre sono state cancellate dopo che le richieste dei fan hanno mandato in tilt il sistema.

Si è appreso intanto che le autorità federali stanno indagando su Live Nation, la «parent company» della piattaforma: secondo quanto ha appreso il New York Times, la divisione Antitrust dell’amministrazione Biden sta valutando un possibile abuso di potere nell’industria multimiliardaria dei concerti dal vivo. I 52 concerti del tour Eras, il primo della Swift in cinque anni con una dovizia di nuove canzoni che l’artista non ha mai cantato dal vivo, dovrebbero partire il 17 marzo da Glendale in Arizona e l’attesa tra i fan per conquistare l’ingresso a una delle date era spasmodica: alcuni di loro, per stare davanti al computer e rinfrescare la pagina di Ticketmaster, hanno saltato il lavoro o un giorno di scuola.

Tra martedì e giovedì due milioni di biglietti sono stati venduti ad altrettanti fan verificati, poi però la piattaforma è andata in tilt quando 14 milioni di clienti(tra questi anche molti bot, per un volume totale che avrebbe riempito 900 arene) hanno tentato l’accesso e non è chiaro se ci sarà una nuova prevendita o quanti biglietti ancora siano disponibili. Le vendite in programma sono state in ogni caso cancellate «a causa dello straordinario eccesso di domanda e l’insufficiente inventario rimasto», ha annunciato la piattaforma.

Taylor Swift è una delle cantanti più famose della sua generazione e una meticolosa manager del suo brand. Negli ultimi due anni ha pubblicato cinque album con relative operazioni di marketing, il cui ultimo, «Midnights» uscito in ottobre, ha venduto oltre un milione e mezzo di copie solo negli Stati Uniti (un record assoluto degli ultimi sette anni) con dieci canzoni che, in una prima volta per Billboard, hanno occupato i primi dieci posti nella hit parade. Non è dunque una sorpresa che i fedelissimi di Taylor – conosciuti come Swifties – siano su tutte le furie per la debacle.

Ai bagarini i prezzi dei biglietti, fissati inizialmente tra 49 e 450 dollari, sono saliti alle stelle – superando in alcuni casi i 20mila dollari – e a Capitol Hill i politici hanno prestato attenzione: dopo la liberal della Camera Alexandria Ocasio-Cortez, la senatrice ed ex candidata presidenziale Democratica Amy Klobuchar, che è anche presidente della Commissione Antitrust, ha accusato Ticketmaster di pratiche da monopolio con lo spettro del secondary ticketing a fare da sfondo.

«Il suo potere nel mercato primario dei biglietti impedisce le pressioni della concorrenza che tipicamente spingono le aziende a migliorare i propri servizi», ha scritto la senatrice in una lettera aperta a Michael Rapino, Ceo di Live Nation: «Questa è la vera causa dei catastrofico flop di cui sono i consumatori a pagare le conseguenze». Nel mirino del Congresso è la fusione del 2010 con Live Nation: «Non sarebbe mai dovuto essere approvata», ha polemizzato la Ocasio-Cortez chiedendo ai regolatori federali di fare marcia indietro «per creare un mercato più sano e competitivo». Intanto l’attorney general della Pennsylvania Josh Shapiro ha lanciato un appello ai fan: se hanno avuto problemi con Ticketmaster sporgano denuncia al suo ufficio.