Dl Rilancio, le richieste della musica accolte da Conte

Vi ricordate le dieci proposte della filiera della musica al governo dopo l’esplosione della crisi sanitaria da coronavirus? Il Dl Rilancio ha finalmente ottenuto il bollino verde dal Consiglio dei ministri, ma quali delle istanze avanzate dal music business sono state accolte? «Possiamo dire che diverse misure sono state accolte anche se restano ancora spazi di intervento in sede parlamentare», risponde Enzo Mazza, ceo di Fimi, l’associazione confindustriale dei discografici.

Sul piano della liquidità sicuramente l’intervento a fondo perduto per le piccole imprese fino a 5 milioni, con quote variabili a seconda del fatturato e proporzionalmente alle perdite sarà uno strumento utile anche alle piccole e medie etichette discografiche. L’indennizzo è del 20% fino a 400 mila euro di fatturato e del 15% per quelli fra 400mila e il milione, 10% sopra.

Pure la cancellazione dell’Irap estesa alla imprese fino a 250 milioni di fatturato e il rinvio a settembre dei tributi va nelle direzione richiesta anche se per l’industria si doveva arrivare a dicembre.

Per quanto riguarda il live è stato esteso da 12 a 18 mesi il voucher per i biglietti dei concerti. Sull’estensione del Fondo spettacolo restano ancora escluse l’industria discografica e il publishing mentre è stata aggiunta quella del libro. Molte forze politiche si sono attivate per far inserire i settori nella norma in sede di conversione. Arrivano anche importanti provvedimenti per tutti i lavoratori che erano stati esclusi dal primo decreto Cura Italia. Non ultimo è ripreso speditamente l’iter di recepimento della legge delega che contiene la Direttiva copyright. Fimi sarà giovedì 14 maggio in audizione. Sul fronte delle collecting, già è stata sentita Itsright e a breve lo sarà Nuovo Imaie. «Tutti i provvedimenti adottati – sottolinea Mazza – devono essere applicati con estrema urgenza perché le difficoltà del settore sono davanti agli occhi di tutti e non c’è più tempo», conclude il numero uno di Fimi.