Rude Records, il crowdfunding è rock and roll: corsa a investire sull’etichetta (italiana) dei Sum 41

Hai 20 anni e la musica è la tua vita: vai pazzo per la scena hard & heavy californiana che, alla fine degli anni Novanta, incrocia chitarre distorte e moledia pop. Decidi di mettere in piedi un’etichetta discografica per promuovere le band degli amici che, come te, vivono di musica. Hai 40 anni e la musica continua a essere la tua vita. Solo che adesso la scena hard & heavy californiana la frequenti, la tua etichetta ha nel proprio roster gente come i Sum 41 e, fuori dalla porta, emissari delle major interessate a entrare nel capitale sociale. Bella la storia di Ilich Rausa, ceo e fondatore di Rude Records, label milanese specializzata in alternative rock e affini: 20 anni di storia, 60 artisti in scuderia, un catalogo che comprende 150 album e tre etichette internazionali gestite in esclusiva per il mercato europeo con contratti di label management. La casa discografica indipendente è stata protagonista di un’operazione di equity crowdfunding con la piattaforma inglese Seeders, raggiungendo il 135% dell’obiettivo.

Per i profani: l’equity crowdfunding ti consente di raccogliere risorse da potenziali investitori in cambio di quote di capitale. Per certi versi qualcosa di analogo a quanto avviene in una quotazione in borsa, sebbene si ragioni di cifre diverse. Grazie alla campagna, Rude Records ha raccolto 135mila euro che reinvestirà «nel potenziamento del roster, in iniziative di promozione e nell’apertura di sedi all’estero», racconta Rausa. Grazie all’overfunding, l’azienda ha raggiunto una capitalizzazione di 2,1 milioni. Il business plan è ambizioso: dagli attuali 632mila euro di fatturato si punta a quota 3,3 milioni nel 2023. Rude Records si è fatta notare non poco: «Abbiamo ricevuto manifestazioni d’interessa da parte di tre player del mercato discografico internazionale interessati a rilevarci. Per ora non si è ancora arrivati a un punto d’incontro. Domani chissà». I nomi che si fanno sono quelli di due major, Sony e Warner, più la società di distribuzione inglese Ditto Music.

Il team di Rude Records oggi è composto da cinque persone tra soci (tre) e dipendenti (due), ma a breve dovrebbe ampliarsi con una nuova posizione che si occuperà di promozione e un responsabile del mercato internazionale. La sede è ad Assago, «a pochi passi dal Forum, dove – sottolinea Rausa – nacque la nostra avventura». La prima attività intrapresa dall’etichetta fu il label management per le case discografiche di punk californiano, a cominciare dalla Nitro Records fondata da Dexter Holland e Greg K., cantante e bassista degli Offspring. «Rispetto ad allora – spiega Rausa – il business si è concentrato maggiormente sulle produzioni proprie, per quanto resti anche l’attività di label management». Accanto a Nitro, Rude Records rappresenta in esclusiva per l’Europa Hopeless Records e SideOne Dummy, curando gli interessi di gente del calibro di Flogging Molly, Gogol Bordello e soprattutto Sum 41, band pop punk canadese cui il team milanese ha anche avuto l’onore di consegnare il doppio disco d’oro per il mercato europeo (nella foto). Soddisfazioni che ogni tanto ti togli, quando la musica è la tua vita.