No, il vinile non ha superato il cd

A volte abbiamo come la sensazione di scrivere sempre lo stesso pezzo. Prendete la faccenda del vinile, per esempio: che ci sia rinnovato interesse verso questo antico, glorioso supporto è fuori discussione. Immaginare, però, che tutto questo entusiasmo possa ricollocare il vinile al centro della scena è una pia illusione, perché i cosiddetti «vinyl lovers» rappresentano una minoranza di ascoltatori. Esigente, certo, ma in termini di mercato si parla di una nicchia. Stop. Eppure.

Eppure continuiamo a leggere in giro del fantomatico sorpasso del vinile sul cd. Sulla stampa generalista. Dal punto di vista di giornalisti che non si occupano abitualmente di music business. Che riprendono giornali stranieri. Che riprendono report di mesi precedenti. Con titoli strombazzanti, tipo: «Torna il vinile (e supera il cd)». Ma dove? L’approccio è quello di interpretare studi e trarre conclusioni. Riaa, la federazione americana delle case discografiche, nel report sui primi sei mesi del 2019 ha sottolineato come da gennaio a giugno le vendite di cd negli Usa siano cresciute dello 0,8%, mentre quelle di vinile avanzino del 12,9 per cento.

Ma il vinile non vale più del cd: siamo a un giro d’affari che, nel periodo preso in considerazione, si attesta sui 224,1 milioni di dollari contro i 247,9 milioni del cd. Riaa, in ogni caso, riferendosi al trend di crescita auspicava: «Se questo ritmo durerà fino alla fine dell’anno, è probabile che le vendite di dischi in vinile supereranno quelle di cd». Appunto: nient’altro che un auspicio. Per altro riferito al mercato americano. E basato su dati rilasciati il 5 settembre 2019. È sufficiente ad autorizzare tanto entusiasmo e una così grande enfasi sul mercato italiano? Oggi, 24 ottobre 2019? La risposta è semplice: no.

No, il vinile non ha superato il cd. Non succede a livello mondiale, dove vale il 3,6% del mercato contro il 15,6% del compact disc (fonte Ifpi), figuriamoci qui in Italia, dove muove 13,6 milioni, contro i 47,1 milioni del cd (fonte Fimi). Gli incrementi prodigiosi di questi anni sono figli di valori assoluti piuttosto modesti. Di cosa stiamo parlando allora? Vitrea fracta et somniorum interpretamenta. Vetri rotti e interpretazione dei sogni. Roba che, come modello di data journalism, appare piuttosto debole.