Se siete alla ricerca di prove dell’impatto che la cosiddetta «club culture» può esercitare sull’economia di un territorio, fate un salto a Torino. Dal 28 ottobre al 3 novembre al Lingotto si svolge la 14esima edizione di Movement Torino Music Festival, kermesse che propone una programmazione artistica di altissimo livello, un affresco a trecentosessanta gradi su ciò che succede nei dancefloor contemporanei. E Movement Entertainment, società che lo organizza accanto ad altre manifestazioni come Kappa FuturFestival e Movement Croatia e oltre 60 appuntamenti di clubbing operati dalla partecipata Audiodrome Live Club, rappresenta un interessante case history di music economy.
L’azienda quest’anno è stata segnalata tra le 300 imprese italiane a maggiore crescita. Negli ultimi tre anni infatti la crescita media della società è stata del +18%, con un volume di business stimato per il 2019 in 6 milione. Diciannove i gruppi industriali di punta con cui la società ha collaborato: si va da da Campari a Volkswagen. Quest’anno gli eventi di Movement hanno coinvolto un pubblico internazionale, coinvolgendo 104 nazioni per un totale di 150mila presenze complessive.
La ricaduta economica generata sul territorio torinese di quest’anno è stimata in 32 milioni. L’appuntamento, giovedì 31 ottobre, notte di Halloween, è allora al Lingotto, main act di Movement che verrà suddiviso in diverse arene per ospitare i numerosi set. Sui palchi si esibiranno i maggiori nomi della scena per una line-up che mette in campo illustri detroitiani come Dj Bone, nuovi dominatori della scena contemporanea, la belga Amelie Lens e la sua techno senza compromessi, e il curioso incontro in back to back tra Joseph Capriati e Jamie Jones. Artisti coraggiosi e sperimentali come l’interessante promessa Anastasia Kristensen, giovani leoni in ascesa l’accoppiata targata Solid Grooves rappresentata da Michael Bibi e Paswsa, gli olandesi Anotr, lo spagnolo Dennis Cruz, il resident di Elrow Eddy M.