Un’annata davvero eccezionale per l’Arena di Verona che rappresenta la principale venue all’aperto d’Italia per quanto riguarda la musica lirica. L’Arena di Verona Opera Festival si è chiuso con un ulteriore incremento di pubblico e d’incassi. Nelle 51 serate per cinque titoli lirici sono stati venduti 426.649 biglietti (+8,56% delle presenze sul 2018) e 26.674.454 di fatturato al botteghino, il miglior risultato degli ultimi sei anni, con una media di 523.028 euro incassati a serata(+11,13%). «Abbiamo iniziato con un botto, con “La Traviata” di Franco Zeffirelli, soldout con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella; però mi piace dire che abbiamo anche finito con il botto: il 7 settembre, per l’ultima recita di “Aida”, la 16esima di quest’anno, con più di 11mila spettatori», ha osservato la sovrintendente della Fondazione Arena di Verona, Cecilia Gasdia.
Oltre ai capolavori verdiani «Aida» e «La Traviata», un’altra opera del maestro di Busseto, «Il Trovatore», «Carmen di Bizet» e «Tosca» di Puccini, ma anche la «Placido Domingo 50 Arena Anniversary Night» (secondo maggior incasso in tutta la storia areniana), Roberto Bolle e i «Carmina Burana» condotti da Ezio Bosso. «Abbiamo raccolto la Fondazione sull’orlo del fallimento nel periodo del commissariamento e con molti debiti – ha ricordato il sindaco di Verona, Federico Sboarina -, abbiamo puntato su un progetto che prevede l’innalzamento dell’asticella della qualità e quando c’è un progetto di questo tipo che punta sull’incremento della qualità inevitabilmente anche i numeri verificano la bontà di questa strategia».
Come tradizione «Aida», allestita nella riedizione storica del 1913 (anno del primo festival areniano ideato dal tenore Giovanni Zenatello), è stata l’opera regina, registrando più di 127mila presenze e un incasso complessivo di 8,3 milioni. L’imponente creazione di Giuseppe Verdi è il titolo più frequente in Arena con 715 recite, mentre «Il Trovatore» ha registrato l’affluenza media più e il maggior incasso medio del cartellone 2019.