Agcom, se ci sei batti un colpo. Sembra questo il tono dell’ennesima sollecitazione che TicketOne, piattaforma di rivendita biglietti controllata del gruppo tedesco Cts Eventim che in Italia è leader di mercato, indirizza all’Autorità garante delle comunicazioni sull’ormai annosa vicenda secondary ticketing.
«In riferimento all’esposto inoltrato ad Agcom lo scorso marzo – si legge nella nota ufficiale – con il quale si chiedeva di intervenire contro le attività illecite di bagarinaggio online da parte delle piattaforme di secondary ticketing, TicketOne torna a denunciare con una lettera di richiamo all’Agcom la totale mancanza, ancora oggi, di azioni di repressione del fenomeno, a cui si aggiunge la prevedibile e annunciata inutilità del provvedimento sul “biglietto nominativo”. Gli eventi “nominativi” sono infatti copiosamente in vendita sui siti di secondary ticketing mentre le condotte illecite continuano a essere perpetrate ben oltre i casi all’epoca documentati, come risulta da un semplice accesso alle piattaforme online dei siti segnalati».
TicketOne, prosegue la nota, «sottolinea come la tempestiva e puntuale applicazione di quanto previsto dalla Legge in termini di rimozione dei contenuti, ammende e oscuramento dei siti, risulti l’unico effettivo e valido strumento di repressione del fenomeno; pertanto, la sua mancata applicazione è di una gravità inaccettabile e non è ulteriormente tollerabile. La società non esclude di rivolgersi a breve all’autorità giudiziaria per avviare le iniziative suppletive del caso.
Secondo Stefano Lionetti, ceo di TicketOne, «alla luce delle prove documentali fornite, nonché alla luce di ulteriori prove concrete immediatamente acquisibili in rete da chiunque vi acceda non è comprensibile perché l’Agcom non sia intervenuta e non intervenga subito per reprimere le condotte illecite, procedendo alla rimozione dei contenuti ed all’oscuramento dei relativi siti, oltreché all’applicazione delle previste sanzioni pecuniarie, nell’esercizio dei poteri che le sono stati conferiti dal Mef».
Secondo la società di Ticketing, «l’inadeguatezza dell’attività di verifica posta in essere dall’Agcom è paradossalmente confermata dal fatto che tutti i casi segnalati e documentati nell’esposto di marzo facevano riferimento a eventi estivi ormai avvenuti nei mesi di luglio e agosto: sarebbe pertanto oggi impossibile provvedere alla richiesta di rimozione dei contenuti o all’oscuramento dei siti, limitandosi solo alla possibilità delle ammende che non attenuerebbero il danno procurato ai consumatori, agli artisti e agli operatori del settore dal mancato intervento, quando basterebbe – conclude la nota – semplicemente applicare la legge».