La storia passa per la Sterza, frazione di Lajatico, provincia di Pisa. Località di nascita di Andrea Bocelli, primo artista italiano a essersi aggiudicato la vetta della classifica album Usa e Uk. «Sì», ultima fatica discografica del tenore prestato alla musica leggera, ha fatto il bis: il primato britannico risale a venerdì 2 novembre, quello americano è di lunedì 5 novembre. Il disco prodotto da Sugar si piazza nella Billboard 200 davanti a titoli come «A Star is born» di Lady Gaga. Il primo a congratularsi con Bocelli è stato il suo manager americano Scott Rodger della Maverick Management, un signore con un roster che comprende star assolute come Paul McCartney: «Congratulazioni ad Andrea Bocelli per la doppietta. Numero 1 negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Un risultato incredibile e meritatissimo. Congratulazioni – dice Rodger – anche a Matteo Bocelli, al suo debutto con un successo che continuerà a lungo. La straordinaria Veronica, il Maverick team con Lucie Panton e a Sugar. Tante persone hanno lavorato dietro le quinte, per far sì che questo accadesse». E gli fa eco Guy Oseary, socio di Rodger e manager di Madonna e U2: «Una giornata di sole per una bellissima e talentuosa persona. Andrea Bocelli con «Sì» raggiunge ufficialmente il numero 1 in Usa e nel Ragno Unito, diventando il primo artista classico a raggiungere questo primato dal 1994!! Congratulazioni a Maverick management e a Scott Rodger per aver aperto questa strada».
Chi ci segue sa che, nelle gerarchie della musica mondiale, quello italiano è considerato un local market, se non addirittura ethnic market. Come si spiega allora il fenomeno Bocelli? Le considerazioni da fare sono almeno due. Tanto per cominciare, la musica a livello globale muove molti meno soldi rispetto a 20 anni fa, le «soglie critiche» per entrare in classifica si sono abbassate sensibilmente e, anche qui da noi, abbiamo assistito a performance sorprendenti da parte di artisti jazz o metal che, ai tempi delle sole vendite fisiche, sarebbero state impensabili. Seconda considerazione: Andrea Bocelli (nella foto Epa) con «Sì» ha realizzato il perfetto prodotto italiano da esportazione. Perché Andrea Bocelli incarna esattamente quello che il mercato globale della musica chiede all’Italia: il bel canto, l’incursione lirica nell’immaginario pop che fu già di Luciano Pavarotti, un aggiornamento 4.0 della leggenda di Enrico Caruso. Tutto il resto (delle cose che suoniamo qui) o quasi è abbastanza marginale alle orecchie del mondo.