Spotify ha firmato un accordo con Warner Music per i diritti musicali. L’intesa arriva dopo quelle strette con le altre due major discografiche Universal Music, ad aprile, e Sony Music, il mese scorso. Per la compagnia scandinava di streaming fondata e guidata da Daniel Ek (al centro della foto tratta dal suo profilo Twitter) si tratta di un passaggio fondamentale in vista della quotazione in Borsa, attesa tra la fine di quest’anno e gli inizi del 2018. Primo servizio al mondo di musica in streaming, con 140 milioni di utenti di cui 50 milioni abbonati, Spotify ha spiegato che la partnership con Warner «aiuterà a far crescere una nuova economia musicale dove milioni di artisti possono connettersi in modo istantaneo con i fan, e dove milioni di fan possono fare altrettanto con gli artisti». I termini dell’intesa non sono stati resi noti, ma presumibilmente non si discostano da quelli relativi alle altre major: le etichette riceverebbero una percentuale più bassa sulle entrate, e in cambio Spotify riserverebbe l’ascolto dei nuovi album ai soli utenti paganti nelle prime due settimane dall’uscita. Sarebbero dunque esclusi, all’inizio, i 90 milioni di utenti che ascoltano musica gratuitamente su Spotify accettando di sentire anche la pubblicità.
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