Nobel a Bob Dylan, ecco il pezzo del 1964 in cui lui aveva previsto tutto questo (forse)

Vi sembrerà strano, ma c’è un pezzo del Menestrello di Duluth in cui lui aveva «previsto tutto questo». È uno spoglio folk del 1964, uscito sull’album «Another Side of Bob Dylan». No, non parla esplicitamente dell’assegnazione del Nobel 2016 per la letteratura, ma contiene riflessioni non da poco sul suo tormentato rapporto con concetti quali «poesia», «successo» e «celebrità». Si intitola «I shall be free no. 10», ossia «Io sarò libero numero 10». Qui a «Money, it’s a gas!» siamo più che dylaniani: siamo dylaniati. E allora festeggiamo la circostanza regalandovi la traduzione del testo. Avvertenza per i non dylaniani (né dylaniati): non sforzatevi a comprenderne il senso fino in fondo. Neanche lui – confessò – lo comprende granché.

 

Sono nella media e comune anche
Sono proprio come lui, proprio come te
Sono il fratello o il figlio di chiunque
Non sono diverso da nessuno
Non c’è motivo di parlare con me
E lo stesso parlare con te.

Mi stavo allenando alla boxe un mattino presto
Mi immaginavo di essere pronto per Cassius Clay
Dissi: -Fee, fie, fo, fum, Cassius Clay, sto arrivando
26, 27, 28, 29, sto per ridurti la faccia come la mia
Cinque, quattro, tre, due, uno, Cassius Clay faresti meglio a correre
99, 100, 101, 102, nemmeno tua madre ti riconoscerà più
14, 15, 16, 17, 18, 19, lo stenderò con un cazzotto alla milza

-Bè, non lo so, ma mi è stato detto
Che le strade del paradiso sono lastricate d’oro
E ti chiedo come fanno le cose ad andare peggio
Se i Russi ci arrivano per primi.
Wowee’ bel problema !

Ora, sono un liberal, ma fino a un certo punto
Voglio che tutti siano liberi
Ma se pensi che permetterò a Barry Goldwater
Di diventare mio vicino e sposare mia figlia
Devi pensare che sono pazzo!
Non glielo lascerei fare per tutte le fattorie di Cuba.

Ho messo la mia scimmia sul tronco
E gli ho ordinato di fare il cane
Lei agitava la sua coda e scuoteva la sua testa
Ed invece si è messa a fare il gatto
È una scimmia bizzarra, molto scema.

Mi sedetti con le mie scarpe da ginnastica coi tacchi alti
Aspettando di giocare a tennis nel sole di mezzogiorno
Avevo i miei calzoncini arrotolati in su oltre la cintura
Ed il mio cappello-parrucca tirato sulla mia faccia
Ma non mi lasciarono entrare sul campo di tennis.

Ho una donna, è così cattiva
che mette i miei stivali nella lavatrice
Mi spara a pallettoni quando sono nudo
Mi mette le gomme da masticare nel cibo
E’ buffa, vuole i miei soldi, mi chiama «tesoro».

Ho un amico che passa la vita
A pugnalare la mia fotografia con un coltello bowie
Sogna di strangolarmi con una sciarpa
Quando sente il mio nome fa finta di vomitare.
Ho un milione di amici!

Mi hanno chiesto di leggere una poesia
Nella sede del circolo universitario femminile
Mi hanno buttato giù e la mia testa navigava
Così sono finito dal preside delle studentesse
Yippee! Sono un poeta, e lo so.
Speriamo di non fare buca.

Mi voglio fare crescere i capelli fino ai piedi, così strani
Che somiglierò ad una catena montuosa ambulante
Voglio cavalcare ad Omaha su un cavallo
Nel country club e nel campo da golf
Porterò con me il New York Times,
farò qualche buca, farò scoppiare i loro cervelli.

Adesso vi state probabilmente domandando
di che cosa tratta questa canzone
E la cosa che probabilmente vi sconcerta di più
è a cosa serve questa cosa qui.
Non è niente
È solo qualcosa che ho imparato giù in Inghilterra.