I primi conti si faranno alla fine di questa settimana. Ma, date le circostanze, viene fortissima la tentazione di dare uno sguardo. E quello che si vede ha sempre di più l’aria dell’album di maggior successo commerciale degli ultimi 20 anni: «25», terza fatica discografica di Adele uscita venerdì scorso in tutto il mondo per la indie XL Recordings, viaggia verso il record di copie vendute nel Regno Unito nella prima settimana di distribuzione, mentre sul mercato americano si avvia a vendere 2,5 milioni di copie in sette giorni. Alla faccia di quanti facevano spallucce di fronte alla scelta di non rendere disponibile l’opera in streaming su Spotify o Apple Music. Nell’arco ristretto di tre soli giorni, infatti, «25» si è piazzato primo in 110 classifiche iTunes su 119 Paesi e ha superato quota 300mila copie nel Regno Unito. Solo due dischi, nella prima settimana, hanno superato la soglia delle 500mila copie vendute in Gran Bretagna: «Progress» dei Take That che, nel novembre 2010, andò oltre quota 518mila copie e «Be Here Now» degli Oasis, addirittura al di sopra della soglia delle 695mila copie nell’agosto del ’97, quando la crisi del mercato discografico era di là da venire. Tutto lascia presumere che «25», disco trainato dalla hit «Hello» – che dal giorno di uscita è salda in vetta alle classifiche singoli praticamente ovunque -, possa fare meglio dei due illustri precedenti. Sul versante americano Billboard rivela poi che il disco dovrebbe vendere 2,5 milioni di copie negli States in questa prima settimana, performance record dal 1991 a oggi. C’è da esserne sempre più convinti: è sulle spalle di questa dotata 25enne inglese che si regge il futuro dell’industria discografica.