In morte di iTunes, la piattaforma (troppo rigida) che cambiò il nostro modo di ascoltare

Che vi piaccia o meno, è la fine di un’era: dopo anni Apple dice addio ad iTunes, la piattaforma che ha cambiato il modo di acquistare e, a cascata, di fruire la musica. Lo si è appreso dall’intervento Craig Federighi, responsabile software di Cupertino, sul palco della Conferenza degli sviluppatori (Wwdc) che ha preso il via lunedì 3 giugno in California. ITunes come lo conosciamo non ci sarà più e si dividerà in tre app: Musica, Tv e Podcast. Il cambiamento arriverà con l’aggiornamento del sistema operativo per Mac, che si chiamerà Catalina, come la più celebre tra le Channel Island. L’iTunes Store fu lanciato il 28 aprile 2003 grazie a una intuizione di Steve Jobs che volle rendere accessibile agli utenti l’acquisto della musica cannibalizzata dalla pirateria e da servizi allora illegali come Napster. Il sistema significò un’inversione di tendenza, in termini di ricavi, per un mondo della musica che sembrava avviato a un inevitabile declino. Le canzoni in formato digitale di iTunes e la possibilità di creare una libreria musicale contribuì alla fine dei Cd. A sua volta, iTunes ha iniziato a diventare obsoleto con l’avvento dello streaming e l’exploit di piattaforme come Spotify o, per guardare sempre all’orizzonte della Mela, Apple Music. Lo rimpiangeremo? Ciascuno saprà dare la propria risposta a questo interrogativo. Considerando la grande rigidità della piattaforma che ti obbligava a «sincronizzare» i dispositivi per l’ascolto mobile e gli abbastanza frequenti incidenti di percorso, come la formattazione involontaria dell’iPod, per quanto ci riguarda saremmo indirizzati verso un no.