Bye bye Denny Laine. Volendo essere cattivi, potremmo dire che ha suonato troppo presto con i Moody Blues (prima di «Days of Future Passed») e troppo tardi con Paul McCartney (ovviamente dopo i Beatles). Ma non si può essere cattivi con uno come Denny Laine, cantante, chitarrista e bassista inglese morto a Naples, Florida, all’età di 79 anni per una malattia polmonare. Perché ha dato tanto alla musica, ma non ha raccolto altrettanto. Fu praticamente il frontman della band di Michael Pinder prima che diventasse progressive, poi negli anni Settanta fu la spalla di Macca nei Wings. In mezzo, un’avventura come cantante di un certo Ginger Baker. E scusate se è poco.
Laine, inserito cinque anni fa nella Rock and Roll Hall of Fame come membro dei Moody Blues, ha vissuto gli anni d’oro del rock e del pop britannico ma non si è arricchito tantissimo. Secondo le stime, lascerebbe infatti un patrimonio di circa 500mila dollari. Che sarebbero stati di più se non fosse stato costretto a cedere a McCartney i diritti sui pezzi dei Wings di cui era co-autore.
La sua morte arriva quasi esattamente 50 anni dopo l’uscita del capolavoro solista di Paul McCartney «Band On the Run» in cui Laine suonava la chitarra e si occupava dei cori. Un disco a suo modo epocale che intanto viene ristampato in doppio Lp nell’edizione «Underdubbed» rimasterizzata a cura di Giles Martin.
Macca su Instagram ha pubblicato un tributo a Denny Laine, definendolo un «grande talento con un fine senso dell’umorismo. Ci eravamo allontanati, ma negli ultimi anni siamo riusciti a ristabilire la nostra amicizia e a condividere i ricordi dei tempi passati insieme». E vedremo perché.
Nato Brian Frederick Arthur Hines, cambiò il nome d’arte in Denny Laine all’inizio dell’adolescenza, come omaggio all’idolo italo-americano Frankie Laine. Nel 1964, a 20 anni, si unisce a Ray Thomas e Michael Pinder per formare i Moody Blues e canta il brano «Go Now», unica hit della band fino a quel momento. Ma i Moody Blues in versione pop faticano a raggiungere il successo iniziale e nel 1967 Laine se ne va, sostituito da Justin Hayward. Senza di lui i Moody imboccheranno la strada di «Nights in White Satin», inventando il rock sinfonico e gettando le basi del progressive, ma questa è un’altra storia.
Laine lavorò come artista solista e con gruppi come Electric String Band e Ginger Baker’s Air Force prima ritrovarsi nel 1971 spalla del McCartney post Beatles nei Wings. Lui e Macca si erano conosciuti quando Laine era ancora con i Moody Blues, la stima era tanta. I Wings si destreggiarono attraverso cambi di formazione e alti e bassi, con Laine, Paul e Linda, la moglie di McCartney, a fare da punti fermi. Tra i singoli numero 1 della band, la maggior parte dei quali scritti da McCartney, figurano «My Love», «Listen to What the Man Said» e la title track di «Band On the Run».
Laine non firma tantissimo, ma qualche colpo l’ha azzeccato: con Macca scrisse a quattro mani «Mull of Kintyre», celeberrima ballata dedicata all’omonima suggestiva penisola scozzese che fu il primo singolo della storia a vendere due milioni di copie nel Regno Unito. Per quanto strano possa sembrare, Denny aveva perso i diritti su «Mull of Kintyre» avendoli ceduti a McCartney per motivi… fiscali. Inseguito dalle tasse da pagare alla fine degli anni Settanta, contava nel tour in Giappone dei Wings per recuperare un po’ di liquidità.
Il problema fu che quel tour si arenò con l’arresto di Paul all’aeroporto di Tokyo per possesso di marijuana. E Laine continuò ad avere problemi col fisco. Come risolverli? Chiedendo soldi all’amico Paul, i cui legali, per garanzia, ottennero in cambio il diritto d’autore sulle canzoni dei Wings scritte da Denny. Il triste finale di questa storia è che Laine non riuscì a onorare il debito con Macca e quest’ultimo, nell’arco di qualche anno, si ritrovò proprietario anche delle sue quote su diritti. E questa fu una delle ragioni della loro rottura, unita al fatto che negli anni Ottanta Denny ebbe la pessima idea di raccontare tutto ai tabloid inglesi.
McCartney sciolse i Wings poco dopo che la sua spalla se ne andò, all’inizio degli anni Ottanta, ma Laine contribuì comunque agli album di McCartney «Tug of War» e «Pipes of Peace» e aggiunse i cori a «All Those Years Ago», il tributo di George Harrison al defunto John Lennon. Negli ultimi anni Laine ha continuato ad andare in tournée e a registrare album, tra cui si segnala «The Blue Musician».
Ci piace ricordarlo in maniera un po’ atipica: negli anni Settanta, nei grandi concerti dei Wings, c’era una parentesi acustica. Qui Denny, candida anima folk, prendeva la dodici corde e cantava «Richard Cory», una delle più belle e meno conosciute canzoni del songbook di Simon & Garfunkel. Una storia che fa più o meno così: «Dicono che Richard Cory possieda metà dell’intera città/ attraverso collegamenti politici/ che spargono la sua ricchezza in giro/ Nato nell’alta società/ figlio unico di un banchiere/ aveva tutto ciò che un uomo può desiderare/ Potere, grazia e stile». Una storia che purtroppo ha un finale triste. Bye bye Denny Laine.